Pippo Giammarinaro si sospende dall'Udc: "In atto teorema Errante. Scelte autolesionistiche"
di: Pippo Giammarinaro - del 2012-03-15
Io sottoscritto Dr. Giuseppe Giammarinaro, Consigliere Provinciale dell’U.D.C. comunico la mia temporanea autosospensione dal Partito di appartenenza non avendo condiviso le scelte politiche sul candidato sindaco operate a Castelvetrano in occasione delle imminenti Elezioni Amministrative del 6 e 7 maggio prossimo, poiché da me ritenute troppo irragionevoli, masochistiche ed autolesionistiche nonché palesemente mortificanti per un elettorato moderato che tanto ha prodotto per far raggiungere all’U.D.C. traguardi mai raggiunti fino ad ora.
Nasce pertanto naturale il sospetto, al di la di tutto questo sbandierato e propagandato interesse di salvaguardia, crescita e messa in carreggiata del Terzo Polo, cosa abbia realmente spinto il Sindaco Pompeo, nonché Presidente dell’U.D.C. partito di governo a Castelvetrano, a “passare la mano”, a “cedere il passo” e ad “arrendersi” così passivamente e supinamente, proprio lui che ha sempre affrontato e risolto brillantemente situazioni ben più difficili e ritenute quasi impossibili, come le sue due candidature a Sindaco di Castelvetrano. E come può non nascere il sospetto di questa sua apparente ma molto equivoca “arrendevolezza” dal momento che era risaputo di avere uomini da spendere e proporre al tavolo delle trattative e mezzi e strumenti da utilizzare per far valere le proprie ragioni poiché valide, legittime e di garanzia di facile vittoria per i suoi alleati?
E mi chiedo ancora, dove è stato e cosa ha fatto in questi mesi di lunghe ed estenuanti trattative il Coordinatore Provinciale che ha permesso al Presidente Pompeo di “scorribandare” libero ed autonomo, quasi fuori controllo, come se l’U.D.C. Castelvetranese fosse una sua “proprietà privata” e Castelvetrano una specie di “porto franco”? Colpevole e senza appello la sua latitanza in questa vicenda dove infine, genuflesso, ha ratificato solo ed esclusivamente in difesa del suo piccolo podere.
Se poi si ritorna indietro di alcuni mesi relativamente ad alcune valutazioni continuamente e costantemente fatte da alcuni esponenti dell’U.D.C. sulla possibile candidatura del F.L.I. alla guida della città, e di come era già stato elaborato da tempo il “teorema Errante” nei retrobottega delle stesse segreterie locali dell’U.D.C., non più come ipotesi di lavoro ma come qualcosa di certo e quasi compiuto, naturalmente oggi nessuno, o almeno il sottoscritto, può rimanere più sbalordito ed infine non esclamare: “tutto come da copione!”.
Ma il dubbio resta, e chi ha creduto come me nell’autorevolezza di questo partito e nella coerenza nei suoi quadri dirigenziali non può tenersi dentro ancora la larva del sospetto e non chiedersi, e poi chiedere a chi ancora non vuole aprire gli occhi per paura della cruda realtà, perché il Presidente Pompeo è pervenuto infine a questa infelice decisione che assumerebbe pertanto l’amaro gusto di una forma di “svendita” del suo partito? scelta troppo grossolanamente ed apparentemente illogica per non pensare di essere stata invece scientificamente calcolata, come sarebbe suo solito fare, e probabilmente per un sinistro ed oscuro disegno di pura esigenza personale.
Condivido con l’amico, e per me ancora ideale compagno di Partito, Franco Lombardo Presidente del Consiglio Comunale di Castelvetrano, non solo la sua amarezza ma anche la sua rabbia per un’offesa perpetrata per troppo tempo ed a sua insaputa, offesa che ha leso irrimediabilmente oltre la sua dignità personale anche il suo ruolo politico-istituzionale di elevato profilo, poiché sadicamente premeditata ed infine brutalmente manifestata dagli apparenti sostenitori del suo stesso partito, ed in un modo troppo vile ed abietto per non rimanere impunito.
E con lui condivido anche la scelta di essere rimasto in quell’U.D.C. ideale, dove nonostante tutto io stesso continuo a rivedermi, poiché ancora ritengo albergarvi uomini e donne che con le loro idee danno speranza che quanto accaduto avrà un suo naturale epilogo nella sconfitta di questa classe dirigente che, tranne a tratti, è rimasta “impaludata” in giochi di potere troppo “piccini” come lo sono molti dei suoi esponenti che tra Festini di Santa Rita, Carnevali e Sagre, sono rimasti infine e giustamente prigionieri della loro stessa ragnatela, e purtroppo ancora impuniti per certe loro malefatte.
Restando in attesa di risposte convincenti che ritengo difficilmente gli organi di partito potranno darmi, comunico di rimanere tuttavia in questa maggioranza di governo continuando ad appoggiare coerentemente fino a fine mandato il Presidente Turano con il quale mi lega oltre che la condivisione del suo programma che ho sostenuto in occasione delle Elezioni Provinciali del 2008 anche uno stretto e sincero rapporto umano.