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Gibellina, tagliati 69 alberi di eucalipto. Scatta la protesta e Fontana si difende

(fonte: gds.it) - del 2014-02-13

(ph. trapani.blogsicilia.it)

Indignazione e rabbia è ciò che si registra a Gibellina per l’ennesimo danno perpetrato nei confronti del verde pubblico. Sono 69 gli alberi di eucalipto tagliati alla radice nel giardino dell’orto botanico e in quello del plesso della scuola di San Francesco. Un valore storico e affettivo per gli alberi di quest’ultima zona, piantati dagli studenti negli anni ‘80.

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  • Una situazione incresciosa e difficile da mandar giù soprattutto dopo lo stravolgimento dell’arredo urbano palmifero con la morte di circa 800 palme a causa, sembra, di mancati interventi di prevenzione e cura della minaccia del punteruolo rosso. Netta la risposta del sindaco Rosario Fontana sulla vicenda: “L’iniziativa è stata portata avanti dall’ufficio tecnico a mia insaputa. Ho chiesto – continua il Sindaco – una relazione dettagliata per l’iniziativa messa in essere, dalla quale si evinca la metodologia e la necessità d’intervento, nonché quali siano state le persone autorizzate ad operare per l’abbattimento degli alberi di eucalipto.

    Nell’attesa mi è stato comunicato che l’iniziativa è dovuta a ragioni di sicurezza e di protezione civile, e che per evitare ipotesi di infortunio è previsto che all’interno di aree pubbliche non vi siano alberi di alto fusto. Ho manifestato il mio disappunto sulla vicenda e mi riservo di prendere i giusti provvedimenti qualora si riscontri nell’abbattimento effettuato, una manovra ingiusta ed efferata”.

    A Gibellina la soppressione del verde pubblico, non è al primo episodio. “Nel corso degli anni – come specifica il consigliere Antonino Plaia – vi è stato un abbattimento scellerato di circa 230 alberi, a cui è seguito il taglio di un albero di Acacia di fronte il circolo cacciatori, un grosso carrubo in via Gentile e degli alberi del cimitero di memoria storica e affettiva. Oltre al danno perpetrato all’estetica della città potremmo parlare anche di danno economico. È giusto che a noi cittadini venga detto dove è finita la legna ricavata. Se la legna fosse venduta potremmo riutilizzare i fondi per nuove la piantumazioni”.

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