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Bonus Renzi da 64 centesimi. Prof. castelvetranese invia assegno a Renzi

del 2014-06-09

Riceve in busta paga 64 centesimi in più e lui spedisce per “protesta” un  assegno di 1,28 euro al presidente del Consiglio Matteo Renzi, per denunciare lo stato di sofferenza di un insegnate costretto a fare i conti con due Istituti scolastici con trecento alunni e con uno stipendio molto risicato.

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  • Caro Presidente, esordisce nella lettera di accompagnamento al Premier, "mi chiamo Francesco Castrogiovanni e con  la presente intendo restituire l’elemosina che ho ricevuto in busta paga ai sensi del D.L 62/ 2014, meglio conosciuto come “gli ottanta euro di Renzi”. Le invio in allegato assegno di  1,28 corrispondente al “doppio dell’elemosina.

    Lo consideri ,se vuole, un mio contributo volontario al suo partito politico oppure ci compri quello che serve per le sue spese quotidiane”.

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  • Questo lo stralcio della lettera che ha provocatoriamente spedito il docente, originario di Caltabellotta, che insegna Scienze Naturali al Liceo Classico e all’Istituto Alberghiero di Castelvetrano. Lo stesso spiega il suo gesto anche attraverso facebook:” Vorrei che il Premier si mettesse nei panni di un padre separato che pur dovendo pagare l’affitto (in nero) e pur risparmiando su tutto, compreso le spese mediche o la propria sicurezza alla guida non facendo adeguata manutenzione alla mia auto, non riesce ad arrivare a fine mese”.

    L’amaro sfogo dell’insegnate vuole puntare il dito sugli stipendi dei docenti italiani veramente striminziti e al di sotto dei parametri degli altri Stati europei. Francesco Castrogivanni è costretto ogni giorno a viaggiare e sembra non scherzare quando dice "Se riesco vado a cercare un posto da docente all’estero. Credo sarà facile trovarne uno migliore, un lavoro solo in una scuola e non una cattedra ad orario, con un monte ore complessivo per classi, superiore alle attuali due ,che ha trasformato i miei quasi trecento alunni, in numeri e non in persone.”

    Un gesto provocatorio il suo che vuole servire anche per sollevare il caso anche degli insegnanti precari a vita, che non riescono mai ad entrare a tempo pieno nel mondo del lavoro scolastico. Infine nella stessa lettera inviata al Premier l’insegnante invita Matteo Renzi a parlare con la moglie, insegnante, per farsi spiegare "cosa significhi essere docente nelle condizioni che ho richiamato”.

    A questo punto sarebbe bello che Renzi rispondesse all’insegnante, magari spiegandogli perché per lui sono arrivati solo 64 centesimi in busta paga e non gli ottanta preventivati. Sarà magari un problema di reddito, che l’insegnante però smentisce.

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