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Contrasse l'epatite C presso l'Ospedale di CVetrano. Dopo 42 anni continua la battaglia legale

di: Elio Indelicato - del 2018-12-09

Immagine articolo: Contrasse l'epatite C presso l'Ospedale di CVetrano. Dopo 42 anni continua la battaglia legale

Da 42 anni attende il risarcimento del danno biologico per avere contratto l’epatite C a seguito di una trasfusione di sangue infetto avvenuta presso l’ospedale dii Castelvetrano. Adesso arriva una sentenza del Tribunale di Palermo, che assolve il Comune di Castelvetrano e condanna la donna al pagamento anche di 5.000 circa di spese legali.

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  • Una vera e propria odissea di una donna di Castelvetrano che, nell’aprile del 1978 a seguito di un delicato intervento chirurgico con infusioni di emoderivati, contrasse, ma lo scoprì dopo anni, di avere contratto la patologia epatica da HCV.

    Nel 2003 la donna ,attraverso il suo legale si rivolse al Ministero della Sanità chiedendo l’indennizzo per danno permanente ed irreversibile per epatite post trasfusionale. Purtroppo in quel periodo non fu l’unico caso in Sicilia e ci furore inchieste andate avanti per anni.

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  • Disattesa la richiesta risarcitoria del Ministero, nel 2006 presentò ricorso al Tribunale di Marsala, sezione lavoro, contro il diniego del Ministero della Sanità ottenendo la declaratoria di accoglimento in ordine al nesso di causalità, tra l’intervento ospedaliero e la contaminazione da HCV.

    Nel Gennaio del 2017 a distanza di parecchi anni la stessa donna sempre più convinta del suo diritto ad essere risarcita, si parla di circa 500.000 euro, citò anche il Comune chiedendo la condanna dello stesso Ente, unitamente all’Assessorato regionale della salute precedentemente citato già nel 2016.

    Ma cosa c’entra il Comune in tutta questa vicenda?

    L’avvocato Francesco Vasile ne chiarisce i contorni.” Il Comune era stato citato dalla donna, poichè nel 1978 l’Ospedale era gestito dal Comune di Castelvetrano e nel Consiglio d’Amministrazione del nosocomio, c’erano alcuni politici dell’epoca.

    Si trattò solo di un periodo voluto dal legislatore regionale,che assegnò al,Comune la sola attività gestionale amministrativa e non sanitaria.”

    Alla luce del fatto, che la donna aveva avuto la percezione della sua malattia al più tardi nel 2003 , quando venne anche presentata la domanda di indennizzo al Ministero, essendo stata la citazione al Comune notificata, recita la sentenza,” questa si deve intendere prescritta “.

    Non resta che alla sfortunata donna,ormai avanti negli anni, di rivolgersi all’assessorato della Salute della Regione siciliana.

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