Il 23 Maggio dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo Capuana-Pardo con #PalermochiamaItalia, per dire No alle mafie
di: Catia Scoglio - del 2017-05-24
L’Italia commemora il XXV anniversario della strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio del 1992, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. La fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” ha rinnovato l’iniziativa “Palermo chiama Italia”, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, che coinvolge ogni anno oltre 50.000 studenti in tutto il Paese e, con laboratori e incontri, ha invitato i ragazzi a riflettere sull’importanza della lotta alla mafia.
Maria Falcone, sorella del giudice ucciso, ha ricordato l’importanza di «lavorare all’educazione dei giovani, perché la mafia potrà essere vinta solo con un salto generazionale». E, ha continuato, «la società in questi anni è cambiata, il problema è che la politica parla meno di lotta alla mafia».
Anche i ragazzi dell’istituto comprensivo Capuana-Pardo erano presenti il 23 Maggio a Palermo per ricordare la strage di Capaci e tutte le vittime di mafia, e manifestare il valore dell’impegno civile, a 25 anni da quella terribile stagione.
I ragazzi hanno preparato striscioni e sfilato per le vie della città, e nonostante per loro la stagione delle stragi sia un triste evento lontano, si sono lasciati trascinare dall’onda emotiva che la giornata trasmetteva, in un unico coro, un'unica voce: “Gli uomini passano le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
La giornata di commemorazione si è conclusa alle 17. 58, ora della strage di Capaci, sotto l'albero Falcone, in via Notarbartolo, dove si sono riuniti i due cortei che partivano dall'Ucciardone e da via d'Amelio.
Sempre a Palermo erano presenti giovani dell’Università di Conventry (Regno Unito), che avendo lavorato su progetti dedicati alla lotta al terrorismo e alle stragi, hanno manifestato con cartelloni in lingua inglese e fatto sentire il loro supporto. Gli studenti inglesi hanno sottolineato che la loro vuole essere non solo una condanna contro la mafia in generale ma contro tutte le mafie.
La scuola si impegna dunque a lavorare non soltanto con i ragazzi sugli esempi da seguire, ma a spingerli a riflettere come oggi la mafia sia tornata ad essere silenziosa, e la possiamo combattere solo se la memoria non è un’immagine vuota, ma piuttosto ognuno di noi possa essere esempio per gli altri.
Il nostro esempio è fare il nostro dovere sempre, accettandone tutte le conseguenze. Perché dal nostro dovere nasce la libertà di tutti: il dovere della libertà.
Tra le docenti accompagnatrici: Arianna Maniscalco, Giovanni Campagna, Marilena Cataldo, Elisabetta Cardelicchio, La Grassa Francesca