La bomba d'acqua di martedì tra danni e il clima sempre più tropicale
di: Pietro Errante - del 2018-02-11
E’ stato un vero e proprio nubifragio quello che ha sconvolto la nostra città e le borgate martedì scorso. Sin dalla notte precedente e fino a tutto il pomeriggio di martedì l’incessante pioggia alimentata anche da un fortissimo vento di scirocco ha provocato danni e messo in difficoltà la popolazione come testimoniano le cronache di quel giorno, le numerose foto e video sui social e i bollettini meteo che parlano di una quantità anomala di acqua riversata in un sol giorno, la stessa quantità che si calcola in due mesi invernali.
Come è noto la nostra zona è particolarmente interessata da fenomeni di prolungata siccità, nei periodi estivi piove raramente anche se dopo il ferragosto qualche piovasco pomeridiano ha prodotto il noto proverbio “austu e riustu e capu di mmernu giustu”. Di solito si diceva che le prime piogge settembrine e quelle di ottobre erano le più pericolose per la loro discreta violenza. Adesso le stagioni sono cambiate e questi fenomeni si verificano sempre meno spesso.
I meteorologi parlano di una tropicalizzazione delle condizioni meteo anche in Italia: sono sempre più frequenti la trombe d’aria, i nubifragi, le alluvioni e le esondazioni dei fiumi ma anche i venti ciclonici da 200 km orari che fanno appunto ricordare le classiche situazioni meteo dei paesi tropicali.
A Castelvetrano e nelle borgate una delle caratteristiche che si verificava al primo cader di una pioggerellina era il classico black-out dell’energia elettrica. Anche se le cose sono molto migliorate continuano ancora a verificarsi sospensioni dell’energia elettrica dopo un qualche temporale anche di non forte entità.
E molte volte ricordo anche che un semplice temporale di un’ora ha provocato nella nostra città fenomeni di allagamenti, specie nella zona della stazione ferroviaria a causa della violenza con cui le acque defluiscono trovando le feritoie dei tombini ostruite e mai manutenute perciò totalmente otturate.
Quella di martedì è stata una vera tempesta dalle dimensioni inusitate. A mia memoria non ricordo l’esondazione del Belice e del Modione, quest’ultimo ridotto dalla siccità ad un ruscelletto quasi privo di acqua. La violenza con cui si è verificata la precipitazione, la durata prolungata e il forte vento che l’ha accompagnata fanno sicuramente parlare di un episodio assolutamente straordinario che ha messo in ginocchio la città, le borgate e le campagne.
Un mio amico agricoltore mi ha detto di aver trovato nella sua campagna una condizione di alluvione tale da far intravedere le cime degli ulivi. Moltissimi altri cittadini hanno lamentato l’allagamento delle cantine e dei seminterrati. La circolazione automobilistica ne è stata gravemente ostacolata. Triscina più spettrale che mai, Selinunte avvolta dall’impeto dello scirocco piovoso.
Quasi impercorribili le provinciali per Triscina e la famigerata via del Filo completamente allagata e coperta di fango. I problemi più gravi si sono registrati nella zona della stazione ferroviaria e nella lottizzazione Saporito.
Eppure di un simile nubifragio, con vento a quasi 100 km orari ed acqua piovana battente con grave rischio per l’incolumità delle persone, non è stata data alcuna allerta meteo dalle autorità competenti, mentre sarebbe stato importante ed essenziale darne notizia per consentire alla gente quanto meno di restarsene in casa e non farsi sorprendere da particolari condizioni di difficoltà.