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"La Chiesa del Purgatorio versa in condizioni di gravissimo degrado". Grido d'allarme di Don Undari

di: Elio Indelicato - del 2018-02-03

La Chiesa del purgatorio a Castelvetrano

In foto: La Chiesa del purgatorio a Castelvetrano (ph. Foto: turismo.trapani.it)

L’arciprete Don Giuseppe Undari di Castelvetrano lancia un grido di allarme e nello stesso tempo di aiuto per la Chiesa del Purgatorio, chiusa dal marzo di due anni fa a causa di un crollo parziale del tetto della navata centrale. Da allora solo un intervento tampone della precedente Amministrazione di 3.500 euro per la messa in sicurezza del tetto e la rimozione  della grossa campana di bronzo.

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  • Lo stesso Arciprete aggiunge: "Anche il Comune faccia la sua parte visto che dal 1996 ha avuto il sito in comodato per le sue attività culturali. La Chiesa versa in condizioni di gravissimo degrado dovuto a una mancanza di manutenzione ordinaria da parte del Comune che ne ha usufruito attraverso un comodato d’uso gratuito stipulato con la Chiesa Madre.

    Altri crolli - aggiunge Don Undari - potrebbero verificarsi, con perdite irreversibili di porzioni pregiate del bene architettonico.”

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  • Fin dal suo arrivo a Castelvetrano Don Giuseppe Undari ha perorato la causa  per un progetto di ripristino strutturale dell’edificio adoperandosi per il reperimento dei fondi necessari. L’edificio che appartiene alla Curia Vescovile potrebbe essere ad una svolta positiva, perché come riferisce Don Undari: "grazie all’otto per mille messo a disposizione della Conferenza Episcopale Italiana, abbiamo avuto un finanziamento di tutto il progetto già munito di tutti i pareri degli organi competenti, pari a 150.243,90 euro“.

    Questi fondi prevedono che il 30% dell’importo complessivo dell’intervento sia integrato dall’Ente proprietario. In buon sostanza mancano 45.073,17 euro perché si possa esaudire il desiderio dell’Arciprete, di tanta gente di cultura e non solo, di restaurare un bene che si trova nel Sistema delle Piazze di cui si teme anche il crollo. Le suddette somme integrative conclude l’arciprete:

    "in accordo al Regolamento Cei per i beni culturali eccelsiastici, possono essere reperite con l’ausilio e il sostegno della Comunità locale, delle Istituzioni pubbliche e private, nonché dei benefattori che hanno a cuore la tutela e la salvaguardia di beni culturali eccelsiali.

    Il Comune che per tanti anni ha usufruito gratuitamente di questo bene a servizio della collettività potrebbe attivarsi per reperire le somme necessarie. Mi auguro che i Commissari non restino insensibili di fronte ad una priorità così urgente ma trovino le risorse necessarie al fine di una promozione e valorizzazione del territorio”.

    In effetti le Amministrazioni che hanno avuto in comodato il bene avrebbero dovuto effettuare la manutenzione ordinaria, per evitare per esempio, l’accumulo del guano dei piccioni nelle grondaie che hanno causato le infiltrazioni negli anni, al punto da fare collassare parte del tetto.

    Il Commissario del Comune Salvatore Caccamo precisa che: "c’è stato già un incontro con l’arciprete tempo fa. Prima di esprimerci sul da farsi andremo ad  attenzionare bene il contenuto di questo comodato ai fini di un eventuale coinvolgimento economico dell’Ente nel progetto. E’ chiaro che le casse comunali sono in una situazione di conclamata difficoltà, ma non ci tireremo indietro, ove possibile, per cercare  di coinvolgere anche altri Enti per recuperare un bene importante della collettività”.

    Anche se l’immobile appartiene alla Curia Vescovile, l’Arciprete lascia intendere che una Amministrazione che per 22 anni ha usufruito della Chiesa, per convegni per manifestazioni, eventi promossi dai club service, concerti e quant’altro, non ultimo nel dicembre del 2015 l’allestimento della casa di babbo natale, che ottenne un grande successo, non può non partecipare al recupero funzionale di detta Chiesa fondata tra il 1642 e il 1644.

     

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