La società che cambia. I 18esimi come matrimoni, il trash che avanza tra sfarzo e visibilità social
di: Francesca Caprarotta - del 2025-04-02

La moda dei compleanni e delle feste in generale, festeggiate in pompa magna, sfociando spesso nel trash, si è diffusa anche nel nostro territorio, ormai da qualche anno. La moda è partita nel napoletano e man mano si è diffusa sempre più. La parola d’ordine è diventata ‘esagerare’. Appare quasi come una sfida a chi offre la festa più particolare, probabilmente soltanto per una questione di status. Tutti lo fanno, io lo faccio pure. E lo faccio meglio di tutti.

Addio a festicciole casalinghe, con pochi intimi. Molti diciottesimi sembrano veri e propri matrimoni, tra confettate, tavoli tematici, spettacoli di animazione, decorazioni studiate, musica e foto. Celebrare una ricorrenza non è peccato, ma indubbiamente l’eccesso porta ad eventi sfarzosi, che mettono al centro la competizione, più che altro.
A seguito dei diciottesimi compleanni, vi sono anche i battesimi, i compleanni dei bimbi piccoli, che si trasformano in una sorta di adultizzazione della lettura di queste feste, dove in verità invece dovrebbero essere i piccoli ad essere protagonisti, in una proiezione degli adulti sui figli della socialità, impostata su modalità adulte a cui i bambini sono e dovrebbero rimanere estranei.

Il tema è ancora più profondo. In generale, è un conflitto tra l’essere e l’apparire. Nella società di oggi, sembra che apparire sia più importante di essere: la spontaneità, l’autenticità e la libertà di essere diventa secondaria, anche quando le nostre inclinazioni sono ben diverse. Ed in questo, ad onor del vero, anche i social network e i mass-media hanno contribuito e continuano a farlo, portando in auge la civiltà dell’immagine.
Ci si ritrova così intrappolati in quella maschera di pirandelliana memoria. All’uomo, non resta che indossare una maschera, muovendosi secondo schemi ben definiti, anche quando contrastano con la propria natura.
I giovani oggi, ne pagano le peggiori conseguenze. Essere se stessi è difficile, perché rende vulnerabili. Quindi, si indossa lo stesso abbigliamento, si parla lo stesso linguaggio, si cercano gli stessi svaghi degli altri. La conformazione alla massa e la continua competizione coinvolge tutte le età. L’uomo si abitua all’ambiente in cui vive, ma dovrebbe anche accettare la sfida con se stesso, rafforzando il proprio io.
I matrimoni, dall'altro, sono sempre più in calo e sempre di più gli sposini preferiscono il rito civile e feste più riservate senza più quei numeri impressionanti di invitati che facilmente arrivavano anche a 400 fino a circa un decennio fa.
Einstein affermava: “Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore”. Ed è il più bell’augurio che si può fare ad un compleanno, a qualsiasi età.