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Gibellina, intitolata a Leonardo Sciascia la sala Agorà. Tante le autorità presenti

di: Mariano Pace - del 2019-01-16

Immagine articolo: Gibellina, intitolata a Leonardo Sciascia la sala Agorà. Tante le autorità presenti

Il “discorso” pronunciato dal grande scrittore Leonardo Sciascia il 16 gennaio 1988 a Gibellina, in occasione del 20° anniversario del terremoto del gennaio 1968, è riecheggiato, in tutto il suo estremo valore e significato, ieri pomeriggio, nello stesso luogo e nello stesso palco di 31 anni fa: la sala Agorà di Gibellina. E’ riecheggiato, nel sentire la riproposizione in video del discorso, facendo “vibrare le corde dell’emozione, della suggestione e della commozione”.

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  • E non a caso, dunque, il titolo ideato per la manifestazione era: ”gennaio 1988-gennaio 2019 dopo 31 anni Leonardo Sciascia ritorna a Gibellina”. Qui si tenuta, in una sala gremita in ogni ordine di posti, la “Rimemorazione” di quel giorno, per ricordare ma non dimenticare mai”. Qui è stata celebrata la cerimonia di intitolazione della sala Agorà a Leonardo Sciascia.

    Allora Sciascia, nel ricevere la cittadinanza onoraria di Gibellina, dalle mani del compianto senatore Ludovico Corrao già sindaco di Gibellina, ha voluto fortemente rimarcare il “valore dell’arte e della cultura come strumento di rinascita individuale e collettiva di una comunità”.

    Proprio come il processo politico-amministrativo messo in campo a Gibellina da Ludovico Corrao. E allora Sciascia ha espresso “parole di vivo apprezzamento e di elogio sincero” per l’opera di Corrao, tutta puntata alla rinascita di Gibellina e di tutto il Belice.

    “Elogio- secondo il grande scrittore di Ragalmuto-anche per i cittadini di Gibellina che, subito dopo il tragico terremoto del 68, anziché scegliere la via della fuga, dell’abbandono della propria terra hanno “resistito”. E Corrao ha voluto dimostrare con la sua efficace azione che la “vita non è solo altrove ma la vita può anche essere qui”.

    La cerimonia di ieri a Gibellina é scattata con l’intonazione del “silenzio” proprio per commemorare tutte le vittime del terremoto del gennaio 1968. In sala, numerose le autorità civili, militari e religiose presenti. Tra queste: il Sottosegretario ai Beni e Attività Culturali Gianluca Vacca, il Vice Prefetto Vicario di Trapani Baldassare Ingoglia, Il Vescovo di Mazara del Vallo Monsignor Domenico Mogavero, il Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Trapani  Riccardo Guazzelli, Francesca Corrao, figlia del compianto Ludovico Corrao,il Presidente della Fondazione Orestiadi Calogero Pumilia, il sindaco di Ragalmuto Emilio Messana, Felice Cavallaro, presidente della Strada degli Scrittori. E naturalmente la rappresentanza dei sindaci della Valle del Belice, capitanata dal loro coordinatore Nicola Catania.

    A sottolineare “valore e significato dell’evento” è stato il sindaco di Gibellina Salvatore Sutera. Il primo cittadino, visibilmente emozionato, ha voluto manifestare la soddisfazione perché “dopo 15 anni viene restituita ai cittadini, alla comunità di Gibellina l’Agorà che va vista non solo come luogo di rinascita civile e sociale ma anche segno di ritardi nell’opera di ricostruzione nel Belice”.

    Il sindaco Sutera ha posto l’accento sulle figure straordinarie di uomini e personaggi come Ludovico Corrao e Leonardo Sciascia, per la loro azione a favore della comunità gibellinese e del territorio belicino. ”Le parole pronunciate da Sciascia a Gibellina 31 anni fa-ha esclamato il sindaco Sutera-vanno rilette nelle scuole. Perché sono le parole di un intellettuale libero e completo, che ha giustamente definito miope le scelte di allora dei rappresentanti del Governo Nazionale di non finanziare più le opere d’arte e di bellezza che costituiscono il nostro patrimonio non registrando la presenza di fabbriche. Noi come amministratori comunali non molleremo, non ci siamo stancati. Per cui continueremo a chiedere allo Stato e alla Regione un’attenzione forte verso questo territorio. Per migliorar questa terra del Belice. Perché continui ad essere abitata dai nostri figli”. Il saluto di tutti i sindaci della Valle del Belice è stato portato da Nicola Catania.

    ”Purtroppo è paradossale-ha tuonato il coordinatore dei sindaci-constatare che a distanza di un anno dalla visita, nel Belice, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governatore della Sicilia Nello  Musumeci non si è registrato nessun passo in avanti in direzione del completamento dell’opera di ricostruzione. E’ deprimente, è vergognoso essere costretti a tornare a protestare nelle piazze come ha fatto il comune di Santa Margherita di Belice spostandosi a Roma, a Montecitorio per rivendicare diritti già acquisiti da tempo”.

    A seguire si è registrato l’intervento dell’assessore comunale alla Cultura di Gibellina Tanino Bonifacio.” Il mio vuole essere-ha esordito Bonifacio-un intervento di “cuore”. Con il sindaco Sutera abbiamo preparato una “lettera di appello” che invieremo al Governo Nazionale chiedendo a viva voce di investire nell’arte e nella cultura. Di intervenire per custodire la bellezza di Gibellina, dei suoi monumenti, delle sue opere d’arte, del cretto di Burri. Gibellina è un paese di 4 mila abitanti ma possiede un patrimonio culturale di una grande città. E allo stato attuale non riceviamo neanche un centesimo né dallo Stato né dalla Regione. Ecco chiederemo di ricevere la giusta attenzione per salvaguardare i nostri monumenti”.

    A rappresentare a Gibellina il Governo Nazionale e il competente Ministro ai Beni Culturali è arrivato il Sottosegretario Gianluca Vacca. “Per me è uh onore essere qui a rappresentare il Governo-ha esclamato il Sottosegretario-Non sono venuto a promettere nulla ma sono venuto solo per ascoltare. A raccogliere istanze e criticità sul fronte del completamento dell’opera di ricostruzione nella Valle del Belice. L’evento di oggi lo reputo carico di significato perché testimonia come la cultura possa contribuire al rilancio di un territorio”.

    Applauditissimo l’intervento di Francesca Corrao, figlia di Ludovico Corrao .”Sciascia e Corrao-ha evidenziato-sono stati due uomini che hanno dedicato la loro vita alle rispettive comunità. Forti del principio che non bisogna andare via dalla propria terra e costruire invece qui la propria vita. Sono due figure Sciascia e Corrao che devono servire a ricordare a ciascuno di noi che oggi è necessario offrire speranza, amore e affetto a chi ne ha assoluto bisogno”. Si sono registrati anche gli interventi di Emilio Messana, Calogero Pumilia e Felice Cavallaro.

    Nel corso della cerimonia spazio anche alla consegna di una targa di “riconoscimento” all’Accademia delle Belle arti di Brera per il restauro del mosaico di Gino Severini. A ritirare la targa il professore Stefano Pizzi.

    La cerimonia è stata intervallata dagli interventi artistici-canori-musicali del Coro Palermocoropop, diretto da Francesca Martino, con Michele Buffa alla chitarra e Giovan Battista Evola alla fisarmonica. Tutta la manifestazione, patrocinata dalla Fondazione Orestiadi, Tenute Orestiadi, Assessorato Regionale Beni Culturali, è stata presentata da Vittoria Abbenante.

    Nella foto i sindaci del Belice sul palco della sala Agorà.

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