Addio a Ciampi, Presidente dell'Italia orgogliosa della Repubblica
L'incarico di Presidente vissuto come missione. E' venuto a mancare stamattina a 95 anni
(fonte: la stampa) - del 2016-09-16
(ph. lettera43)
"Con la scomparsa di Carlo Azeglio Ciampi l’Italia perde una persona per bene ed un uomo delle istituzioni che ha saputo con il suo stile sobrio ed efficace traghettare il Paese in un momento difficile della nostra storia recente. - dichiara Felice Errante all'apprendere la notizia della scomparsa di Carlo Azeglio Ciampi - Ci piace altresì ricordarlo per il merito di aver compiuto un'azione di pedagogia civile, legata ai valori della Carta costituzionale.
Infatti, se dopo anni di amnesia abbiamo ricominciato a onorare la Festa della Repubblica del 2 giugno, che era stata cancellata nel 1976, è merito suo, e noi sin dal nostro insediamento abbiamo deciso di celebrarla anche nella nostra città.
Cosi come è merito suo il ripristino di alcuni simboli e riti della nostra patria, che nel tempo avevano perso vigore. Se ci mettiamo in piedi quando ascoltiamo l’inno nazionale e se rendiamo omaggio al nostro tricolore è grazie alla sua meritoria azione."
Di seguito un estratto dall'articolo de "La Stampa", che ripercorre la carriera di Ciampi, spentosi in una clinica romana stamani a 95 anni. Fu il presidente che istituì la festa della Repubblica.
Presidente della Repubblica, Banchiere centrale e uomo politico, Ciampi era nato a Livorno il 9 dicembre 1920. Ha conseguito la laurea in Lettere e il diploma della Scuola Normale di Pisa nel 1941, e la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa nel 1946.
In questo ultimo anno è stato assunto alla Banca d’Italia, dove ha inizialmente prestato servizio presso alcune filiali, svolgendo attività amministrativa e di ispezione ad aziende di credito.
Nel 1960 è stato chiamato all’amministrazione centrale della Banca d’Italia, presso il Servizio Studi, di cui ha assunto la direzione nel luglio 1970. Segretario generale della Banca d’Italia nel 1973, vice direttore generale nel 1976, direttore generale nel 1978, nell’ottobre 1979 è stato nominato Governatore della Banca d’Italia e presidente dell’Ufficio Italiano Cambi, funzioni che ha assolto fino al 28 aprile 1993. Dall’aprile 1993 al maggio 1994 è stato Presidente del Consiglio, presiedendo un governo chiamato a svolgere un compito di transizione.
Durante la XIII legislatura è stato Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, nel governo Prodi (dall’aprile 1996 all’ottobre 1998) e nel governo D’Alema (dall’ottobre 1998 al maggio 1999).
Ha ricoperto numerosi incarichi di rilevanza internazionale, tra cui quelli di: presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria (nel 1982 e nel 1987); vice presidente della Banca dei regolamenti internazionali (dal 1994 al 1996); presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (dal 1995 al 1996); Presidente del comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale (dall’ottobre 1998 al maggio 1999).
Il 13 maggio del 1999 è stato eletto, in prima votazione, decimo Presidente della Repubblica Italiana.