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Il male, un nemico sempre più “banale”. La riflessione della Prof.ssa Maria Pia Parrino

di: Maria Pia Parrino - del 2023-11-21

Immagine articolo: Il male, un nemico sempre più “banale”. La riflessione della Prof.ssa Maria Pia Parrino

Basta con le parole, basta con gli slogan urlati a squarciagola, basta con le fiaccolate e i cortei che, seppur assumendo un forte valore simbolico, rappresentano soltanto momenti episodici; due giorni fa un’ennesima vittima è stata immolata sull’altare del dis-amore.

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  • Ora è tempo di fare silenzio, un silenzio salvifico che dovrebbe avvolgere le coscienze di tutti e indurci alla meditazione e ad una riflessione consapevole. Al di là delle polemiche sterili e della retorica più scontata o degli schieramenti ideologici, urge un cambiamento radicale , un rinnovamento etico, sociale, una rivoluzione culturale che riguardi l’educazione dei bambini e, se necessario, anche
    degli adulti.

    I bambini dovrebbero imparare che non tutto è dovuto loro, i genitori che un “no” è più formativo dei tanti sì pronunciati per essere accondiscendenti, per evitare possibili capricci o, semplicemente per il piacere di accontentarli.

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  • Nella società dell”hic et nunc”, in cui tutto è destinato a consumarsi velocemente, in una società “liquida”, per parafrasare un grande sociologo, Bauman, è’ scomparsa l’idea del “sacrificio “ per raggiungere un obiettivo, dell’impegno per realizzare un progetto, mentre si è enormemente ampliata quella del possesso di un bene materiale e si tende a scambiare come esclusivamente proprio” l’oggetto” d’amore in una relazione sentimentale. Non si è capaci di accettare un fallimento , un insuccesso che , nel percorso accidentato della vita, è sempre dietro l’angolo.

    Il Ministro della Pubblica Istruzione ha avanzato la proposta di una legge, già da molti precedentemente, caldeggiata, riguardante una nuova materia da insegnare a scuola: ”Educazione sentimentale”; bellissima iniziativa sicuramente, ma non dimentichiamoci che sono sempre gli adulti l’esempio di vita per i più piccoli; se alle nozioni teoriche non si accompagneranno esempi di correttezza di comportamenti basati sul rispetto, sull’accoglienza, sulla considerazione della
    dignità e del valore della persona a prescindere dal sesso; se i mass- media continueranno ad offrire esempi di violenza verbale, se i social,( a cui i bambini si avvicinano, già fin dalla più tenera età) a presentare episodi di violenza fisica, la scuola potrà svolgere un ruolo importante in tal senso, ma da sola non risolverà di certo il problema che assume l’aspetto di un grave fenomeno sociale.

    La nostra è una società “urlata” in cui, a volte, si arriva alla rivendicazione dei propri diritti ,mediante atteggiamenti di prevaricazione e di imposizione, in cui raramente si ascoltano le ragioni degli altri, e, in generale, non si ascolta più “ l’altro” in quanto diverso da sé perché assordati dai rumori che ci sommergono e ci alienano.

    Se solo imparassimo ad ascoltare i più piccoli campanelli d’allarme, i più impercettibili segnali di disagio, se solo imparassimo ad essere più empatici o, meglio, più compassionevoli nel senso etimologico di “soffrire “con l’altro, immedesimarsi nell’altro, se solo riconoscessimo il male nella sua “banalità” come sostenuto dalla filosofa Hannah Arendt in un suo famoso saggio, forse saremmo
    sulla via della salvezza; ma, perché ciò avvenga è necessario far tacere i rumori che ci circondano e dar voce alle nostre coscienze tramite il silenzio , il grande assente di questo tempo.

    Prof.ssa Maria Pia Parrino

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    Effeviauto 6 gennaio 2025