Terremoto, mafia e ricostruzione. E se “Charlie Hebdo” ci sta mettendo in guardia?
di: Dott.Francesco Marino - del 2016-09-04
La vignetta della rivista satirica francese, sulla tragedia dell'Italia centrale, ha sollevato indignazione sui social network, e non solo. L'ambasciata di Francia: "Non ci rappresenta". E su Facebook nuovo disegno: "Case fatte dalla mafia". Impertinenti i responsabili di “Charlie Hebdo”, rivista di satira francese?
Questa volta l’obiettivo è stato il terremoto in Italia del 24 agosto. L’illustrazione satirica recita: "Terremoto all'italiana: penne al sugo di pomodoro, penne gratinate, lasagne”. Il “fumetto” riproduce tre figure, di cui due dalle sembianze umanericonducibili alle vittime del sisma sporche di sangue, e una terza ad arti inferiori dell'uomo collocati tra strati di macerie.
Alle inevitabili polemiche, Charlie Hebdo ha rilanciato con altra vignetta. Vi compare una persona insanguinata sotto le rovine, che si rivolge al lettore: "Italiani...non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia”! Questi i fatti.
Ora, senza pretesa alcuna e consapevoli dei nostri limiti, proviamo a comprendere le motivazioni che avrebbero potuto condurre la rivista ad esporsi a severe critiche, salpando dai risultati ottenuti e percepiti.
Le vignette apparrebbero considerate provocatorie dalle masse. Dai commenti postati sui social emergerebbero generali sentimenti di indignazione, ripugnanza, angoscia, amarezza, sconforto, contrarietà ecc…. Tuttavia, immagini così forti parrebbero aver destato parecchia curiosità.
Le scene rappresentate potrebbero avere colpito il lettore e rimaste immediatamente impresse. Si sa che lo stimolo delle emozioni consentirebbe di ottenere l’attenzione del pubblico in modo più efficace che utilizzando argomentazioni razionali.
I risultati ottenuti parrebbero compatibili con le pubblicità commerciali del fotografo Oliviero Toscani che nascondevano anche messaggi sociali. Nelle sue campagne scorrevano colori, abiti, ma soprattutto volti, corpi, situazioni a volte allegre, a volte tragiche.
Il documento fotografico, nato per la pubblicità, diventava una testimonianza antropologica che suscitava domande collegate al rapporto dell’uomo con il mondo, i suoi riti, i suoi simboli, ma soprattutto denunciava alterazioni e degrado.
Toscani si districava attraverso i modelli della diversità per raccontare il mondo a forza d’immagini impattanti che erano in grado di svegliare passività e indifferenza. Nel caso di specie potrebbe trattarsi di pubblicità anche scaturita da esigenze commerciali.
Ma “tra le righe” potrebbe essere velato un messaggio che finirebbe per invadere terreni altrui, per i caratteri del suo linguaggio, per i contenuti che propone nei suoi processi di cattura dell’attenzione, di provocazione dei sentimenti, di innesco motivazionale, per i condizionamenti che esercita sui mezzi che ne diffondono i messaggi stessi.
I media, ripetutamente hanno raccontato dell’intromissione della criminalità organizzata nell’ambito delle altre attività di ricostruzioni post terremoto. La satira dei francesi potrebbe averlo ricordato agli Italiani.
Non ci sentiamo di escludere che “Charlie Hebdo” avesse veicolato un messaggio agli italiani per tenere alta l’attenzione sull’anzidetto fenomeno, non proprio infrequente da noi.
Forse, la rivista francese ha voluto sdebitarsi, a suo modo, per la grande solidarietà degli italiani recentemente ricevuta.