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Brexit, Europa e immigrati. Quale futuro? E c'è chi rimpiange la Lira..

del 2016-06-25

Immagine articolo: Brexit, Europa e immigrati. Quale futuro? E c'è chi rimpiange la Lira..

Il dibattito sull’esito del referendum inglese è un vero e proprio calderone di idee contrastanti. Per molti, è una vittoria, come scrive un nostro giovane lettore, Davide Russo:Brexit ha vinto! Nonostante tutti i precedenti exip poll che davano il remain alla EU, il popolo britannico ha scelto la libertà, non contro l'Europa, ma contro il dominio della finanza e delle multinazionali che da troppo tempo  gestiscono questa Europa ormai a mio punto di vista giunta alla deriva”.  

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Eppure non era questo lo spirito di Spinelli e degli altri padri fondatori dell’Europa: sicuramente alla fine della seconda guerra mondiale l’obiettivo era l’integrazione di un continente devastato con spinte politico diplomatiche, a cui si sono unite quelle economiche sulla scia del piano Marshall.  

    Dunque un’organizzazione poi per la cooperazione economica e per lo sviluppo, la promozione in un clima di pluralismo democratico. A tutto ciò gli inglesi storicamente hanno sempre guardato diffidenti, poco pronti a integrarsi, sempre nel dubbio tra il vecchio continente e gli amici degli USA. Tuttavia la Gran Bretagna è in Europa sin dagli albori.  

    Schengen, Roma, Maastricht saranno i nomi delle tappe per arrivare alla libera circolazione di persone e beni, e all’Europa come una comunità di diritto, che oggi sembra quasi aver perso il suo status.  

    Non c’è dubbio che la crisi dei mutui subprimes abbia impresso col suo battito d’ali un grande marchio e che le crisi di diversi stati membri, inclusa l’Italia, ha portato la Germania - che aveva la moneta più forte - a poter dire più forte la sua.  

    Molte le diatribe sulla massoneria, sul club Bildenberg e sulla politica economica attivata dalla BCE che 'spodesta' le banche nazionali. Oggi bisogna aspettare che a Bruxelles dicano si, come è capitato al leader greco Tsipras.  

    Tutto questo non ci porta sicuramente ad una riflessione del tutto positiva ritornando al brexit. Le borse segnano problemi per la sterlina, e li avrebbero tutti gli stati se uscissero dall’Eurozona, inclusa l’Italia, malgrado spesso i grillini si affannino a proporre un referendum simile.  

    Quanto durerebbe uno stato con una moneta piccola di fronte all’euro e al dollaro? non potremmo piu andare in vacanza, ne comprare all’estero e non saremmo ‘comunitari’. Per assurdo gli inglesi oggi sono extracomunitari, come dire, da padri costituenti all’exit.   

    E’ pur vero che l’Europa è divenuta una unione di paesi più in competizione che in coalizione, molta finanza e poca sostanza.  

    Ebbene sì, il brexit  è democrazia, ma se si voleva puntare a sminuire l’egemonia tedesca, non ci si è riusciti. Vittoriosa e sempre più forte verosimilmente sarà la Germania, che sotto l’ala ha la Spagna e l’Italia, deboli, e una Francia sempre più confusa, ove viene negata l’indizione dello stesso refendum alla Le Pen.  

    E poi, Londra è più simile a New York di quanto lo sia Berlino o Bruxelles. Positivo o meno, l’equilibrio è precario e tutto da trovare.

    Foto: www.wallstreetitalia.com

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    Effeviauto 6 gennaio 2025