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Coronavirus, ecco i reati e le pene per chi viola le disposizioni dell'emergenza

(fonte: ilsole24ore) - del 2020-03-11

Con l’emergenza sanitaria non si scherza, neppure dal punto di vista penale. Previsti infatti i reati e le pene per chi viola le disposizioni, che possono arrivare fino a 21 anni di carcere, secondo quanto riportato da Il sole 24 ore.

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  • Dichiarare il falso nell'autodichiarazione per gli spostamenti, - che ricordiamo, sono ammessi solo in caso di esigenze lavorative, urgenze e bisogni essenziali - integra il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale, per il quale la pena va da uno a 6 anni di reclusione. 

    È previsto l’arresto facoltativo in flagranza e la procedibilità è d’ufficio, per cui  chiunque può segnalare i casi di cui venga a conoscenza e far scattare così automaticamente il procedimento penale. I pubblici ufficiali (forze di polizia e armate, vigili del fuoco e urbani, magistrati nell'esercizio delle loro funzioni, notai, medici ospedalieri) infatti, hanno l’obbligo di denunciare i reati procedibili d’ufficio di cui vengano a conoscenza, e nel caso in cui non lo facessero rischiano l'imputazione per omessa denuncia.

    A questo reato si aggiunge anche la fattispecie di cui all’articolo 650 del Codice penale che punisce con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro chi viola i provvedimenti che vietano di spostarsi senza motivo

    Chi ha febbre, tosse e altri sintomi associati al Covid-19 e non si mette in quarantena rischia, oltre all’imputazione per violazione dei provvedimenti dell’autorità, un processo per lesioni o tentate lesioni volontarie.  Se dovesse infettare persone anziane o comunque soggetti a rischio causandone la morte, l’imputazione potrebbe trasformarsi in omicidio doloso pena la reclusione non inferiore a 21 anni.

    Infatti in questo modo si accetta il rischio di contagiare altre persone, causandone lesioni o, nei casi più gravi, la morte. La condotta è punita a titolo di dolo eventuale.  La stessa pena si applica a chi ha avuto contatti con persone positive al coronavirus e continua ad avere rapporti sociali o a lavorare con altre persone senza prendere precauzioni o avvisarle.

    Non avvertire amici e conoscenti con i quali si hanno avuto contatti negli ultimi giorni, causando il rischio concreto che contagino altre persone, potrebbe costare la stessa imputazione a titolo di dolo eventuale o quantomeno di colpa cosciente.  Il reato di lesioni superiori a quaranta giorni di malattia è procedibile d’ufficio ed è punito con la reclusione da tre a sette anni. 

    Chi sa di aver contratto il coronavirus e non lo dice a nessuno, uscendo di casa fa sì che la sua condotta risulti connotata dal dolo diretto. Le imputazioni, oltre a quella di violazione dell'ordine dell’autorità, sono molto più gravi.  Vanno dal tentativo di lesioni e/o di omicidio volontario se si viene a contatto con soggetti fragili o a rischio fino all'omicidio volontario se ne deriva la morte. 

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    Effeviauto 6 gennaio 2025