Pillole di diritto: stop alla spesa al supermercato con i buoni pasto. Ecco cos'è cambiato
di: Avv.Marinella Amodeo - del 2015-07-12
Negli scorsi giorni si è molto discusso di un provvedimento contenuto nella legge di stabilità 2015 che vieta il cumulo dei buoni pasto e quindi il loro utilizzo per pagare, ad esempio, la spesa settimanale al supermercato.
Si è parlato dell’ennesimo smacco ai diritti dei lavoratori, già vessati da tasse e balzelli. Ma è davvero così? E’ stato sottratto un diritto ai lavoratori?
In realtà no. L’utilizzo dei buoni pasto in maniera cumulativa è sempre stato vietato. La funzione del buono pasto, infatti, è quella di essere un servizio sostitutivo alla mensa che consente al lavoratore l’acquisto del pranzo negli esercizi convenzionati, acquistando a suo piacimento ciò che desidera fino al limite di € 5,29.
Il divieto di cumulo, però, non era mai stato rispettato e capitava frequentemente di notare i lavoratori pagare la spesa utilizzando diversi buoni pasto. Dal 1 luglio però, grazie alla legge di stabilità 2015, sarà più difficile eludere la normativa.
La legge prevede, infatti, da un lato l’aumento del valore del ticket che passa da € 5,29 a €7,00, ma dall’altro ha reso i buoni pasto elettronici, consentendo un miglior controllo sulla spendibilità degli stessi e sul rispetto dei divieti legali.
Per il lavoratore, quindi, ad un valore più alto del buono pasto, si accompagnerà la difficoltà di poterli utilizzare cumulativamente, stante che, nel rispetto della normativa, potranno utilizzarne solo uno al giorno.