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“Quando da piccola aspettavo l’estate di San Martino". Il ricordo di una maestra campobellese

di: Anna Bono - del 2018-11-16

Immagine articolo: “Quando da piccola aspettavo l’estate di San Martino". Il ricordo di una maestra campobellese

(ph. www.torinoggi.it)

"Io, ancor bimba, aspettavo con ansia “l’estate di San Martino”, avendo fissa nella mente l’immagine a lungo osservata nel libro di lettura di quel singolare cavaliere buono che aveva sguainato la spada, inequivocabile simbolo di guerra, per dividere a metà il suo caldo mantello e farne dono al poverello infreddolito, fermo sul ciglio della strada ed incapace di proseguire il suo cammino…

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  • Con la mia ingenuità avrei voluto dare un seguito a quella storia… avrei voluto che Martino, il mio eroe del momento, fosse tornato indietro con un altro cavallo per portare definitivamente al sicuro il poverello sofferente. Poi il miracolo dell’estate improvvisa!

    Ed è proprio una giornata come quella del 13 novembre 2018, con il sole che scalda, illumina e spazza via ogni grigiore nel cielo e nel cuore degli uomini, che riusciva a darmi conforto. Questo miracolo, che ancora si perpetua, mi porta tanto indietro nel tempo, quando tornando da scuola andavo ad osservare la mia “pupa di zucchero” ricevuta in dono nel giorno dei morti, esposta nella credenza e protetta dal vetro, per evitare che qualche tardiva mosca vi si andasse ad attaccare; era sostenuta dall’immancabile bottiglia di rosolio perché io, a poco a poco, avevo staccato, dalla parte posteriore, alcuni pezzettini di zucchero glassato, ma volevo dare l’illusione che fosse ancora intera.

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  • Sul tavolino in cui avevo l’abitudine di eseguire i compiti di scuola mi torna in mente il cestino con la restante “frutta di Martorana”, ancora non condivisa con il resto della famiglia… si trattava proprio dei frutti più grossi e più belli che spandevano nell’aria un odore così inebriante ed intenso che invadeva il resto della casa!

    Volevo conservarli il più a lungo possibile, perché, per me e per i miei coetanei di circa 70 anni fa, a parte l’immancabile frutta fresca autunnale che era a portata di mano di tutti gli agricoltori di quel periodo e di cui facevamo ampio uso, i dolci portati dai morti costituivano un dono prezioso, atteso a lungo… a partire dalla fiera di Ferragosto"

    La maestra Anna Bono

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