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Alunni della Pappalardo in visita alle Cave di Cusa e ai templi del Parco di Selinunte

di: Francesca Mandina - del 2014-05-28

Per gli alunni della I E della scuola media "Pappalardo" si conclude il progetto “Mistero, storia, armonia della mia terra” con la visita alle cave di Cusa, situate a 3 km da Campobello di Mazara, prime fornitrici di materiale per i templi della città di Selinunte e, più precisamente, data la grandezza dei blocchi estratti, per il tempio G.

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  • Enormi rocchi destinati ai templi giacciono ancora lì, metà scavati. Sembrano sfidare il tempo. Sempre lì, meta di turisti e oggetto di studio. L' interessante visita ha permesso ai ragazzi di osservare la pietra, un tufo compatto e resistente particolarmente adatto alla costruzione, che venne estratta per più di 150 anni, a partire dalla prima metà del VI sec. a.C. 

    Si sa le cave vennero abbandonate nell'arco di pochissimo tempo e così le abitazioni di coloro che vi lavoravano e l'interruzione dei lavori, dovuta alla guerra che Selinunte dovette affrontare contro Cartaginese, fu improvvisa. I ragazzi apprendono che il blocco veniva lavorato in loco e direttamente scavato nella roccia con picconi, seghe di bronzo e che, per spaccare gli strati più duri, venivano utilizzati cunei di legno inseriti in fori e poi bagnati perché, gonfiandosi, rompessero la pietra. Alcuni osservano e fotografano fenditure  che mostrano ancora il segno delle picconature.

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  • Staccato dal fondo, il blocco veniva  estratto e fatto scivolare su piani inclinati. Per il trasporto si utilizzavano armature lignee dotate di ruote e trainate da buoi e schiavi. Sul posto gli alunni toccano le antiche pietre, fotografano tutto, anche la  macchia mediterranea.

    Di seguito la classe si reca a Selinunte per vedere le meraviglie  dei templi, come il tempio E, splendido esempio di stile dorico e …...sulla collina orientale ecco una domanda che si pongono in tanti: “C' è il tempio G , dedicato a Zeus, ma si può ricostruire?” Oggi, si ricorda ai discenti, si trova completamente in rovina, ridotto a un cumulo di architravi, colonne, capitelli, devastati  poi da un forte sisma.

    “Si tratta di uno dei più grossi templi dell' antichità, 8 colonne frontali,10 laterali, tre navate, che, per le vicende politiche di Selinunte e per le dimensioni colossali, rimase incompiuto come testimoniano le colonne che non sono state scanalate. Recentemente  alcuni studiosi, archeologi, tecnici si sono espressi a favore della ricostruzione”.

    Infatti è stato presentato  un modello di ricostruzione del tempio G, tridimensionale, in legno massello africano composto da circa 6mila pezzi lavorati a mano, ideato dal professore Mario Luni, archeologo dell'Università di Urbino e dall'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi. E' stato presentato ai maggiori studiosi ed esperti di restauro provenienti da tutto il mondo in un convegno internazionale, tenutosi al baglio Florio, dal titolo "Selinus 2011. Restauri dell'antico. Ricerche ed esperienze nel Mediterraneo di età greca".

    Incuriositi e increduli gli alunni aggiungono: “Ma sarà possibile o è veramente un' impresa folle”. Chissà! A questo riguardo, l' interessante convegno aveva visto confrontarsi alcuni studiosi sul tema restauro di un monumento antico. Si sa  che oggi  studiosi, come il prof. Settis della scuola di Pisa e il prof. Mertens dell' istituto Archeologico Germanico non sono d' accordo poichè sostengono si altera il paesaggio storico. Salvatore Settis parla di “opera di regime fuori tempo”.

    Ai ragazzi  comunque piacerebbe che Selinunte possa ricavarne  vantaggi se veramente questo progetto si  potesse realizzare, sia dal punto di vista economico  che per lo sviluppo  turistico. In ogni caso  va bene lo studio e l' interesse su Selinunte. Ci vorrebbero  anzi incontri di formazione per docenti e alunni che potrebbero svegliare l' interesse degli studiosi e dei politici per questa meravigliosa terra, ricca di beni archeologici e  soprattutto sono necessari tanti fondi da destinare ad una riqualificazione ottimale di tutta l' area archeologica. Ancora una volta la visita in  questi siti  è per gli alunni una bella opportunità di crescita culturale. Esperienza formativa, utile per andare indietro nel passato ricco di storia, mistero ed armonia.

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