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Sicilia violentata: pozzi, chimica, pale eoliche. I siciliani non ci stanno

(fonte: siciliainformazioni.com) - del 2014-04-14

Immagine articolo: Sicilia violentata: pozzi, chimica, pale eoliche. I siciliani non ci stanno

La Sicilia è stata “usata”, usurpata e talvolta stuprata. Ora bisogna mettersi di traverso.  Sulle pale eoliche a mare, è bene ricordarlo, la Regione siciliana non può mettere becco, perché le competenze sono statali. Il Ministero dell’Ambiente può decidere ciò che vuole, senza tenere conto delle scelte locali. 

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  • Può, in linea di principio, svolgere un’istruttoria e tenero conto dei suggerimenti, avvertimenti, informazioni che vengono dalla Sicilia, ma può comportarsi esattamente al contrario, lasciando il dossier siciliano sulle pale eoliche “intonso” e andare avanti per la sua strada.  

    Non si tratta di una questione di principio, ma di una rete di pale eoliche che dovrebbe essere ospitata nel golfo di Gela, dove, com’è noto, sono stati autorizzate le perforazioni di pozzi sottomarini per la ricerca di idrocarburi.

    Gela, infatti, ha ricevuto dalla sorte sia la “ventosità” quanto i giacimenti sotterranei di petrolio. Sono doni che non si possono rifiutare, che tuttavia – ritengono a Gela, e non solo – non vadano sfruttati per violentare la natura. Sia le perforazioni sottomarine quanto la realizzazione delle pale eoliche bypassano il territorio e le sue legittime rappresentanze.

    Bypassano anche la Regione siciliana e le sue specialità, attribuendo allo Stato prerogative e competenze che andrebbero quanto meno condivise, almeno sul piano economico.  La Sicilia partecipa in modo notevole al fabbisogno energetico ed alla bilancia commerciale del Paese senza trarne frutti importanti.

    Ci sono territori della Sicilia, come Gela, Siracusa, Milazzo, supersfruttati (raffineria, petrolchimica, perforazioni petrolifere ). Ma non basta, bisogna aggiungere le pale eoliche e trasformare lo splendido golfo di Gela in un labirinto per gimkane marine.

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