Sanatoria Case Triscina, la nota del rappresentante del movimento "Castelvetrano Rinasce", avvocato Giovanni Lentini
del 2024-01-29
Riceviamo e pubblichiamo in merito alla questione sollevata sulla possibilità di apertura ad una sanatoria per le case di Triscina, la nota del rappresentante del movimento "Castelvetrano Rinasce", avvocato Giovanni Lentini.
"Egregio direttore, ho ascoltato le dichiarazioni del Sindaco su Triscina e sulla proposta di legge pendente avanti l’ARS per condonare gli abusi edilizi compiuti sino al 1983 nella fascia di arretramento di 150 metri dalla battigia. Ho letto la nota del dott. Stelio Manuele che, con la sua solita profondità di pensiero e sobrietà di linguaggio, ha individuato le ragioni che militano a favore della citata proposta di legge.
Bisogna innanzitutto ricordare a tutti che le costruzioni abusive realizzate prima del 31121976 nella fascia di metri 150 dalla battigia sono state condonate, sicchè con riferimento alla c.da Triscina per una buona parte del litorale la profondità di costa perseguita dalla norma attualmente in vigore non può comunque essere ripristinata, condivido, dunque, le osservazioni del dott. Manuele.
Ritengo opportuno, invece, svolgere alcune considerazioni generali su Triscina. Negli ultimi anni la classe politica amministrativa del nostro Comune si occupa e si preoccupa di Triscina solo a ridosso delle elezioni, il che la dice lunga sulla assenza della comprensione di ciò che la borgata di Triscina può rappresentare per lo sviluppo di un territorio che va oltre i confini del nostro comune.
Innanzitutto sul piano culturale ed etico è necessario affermare che l’abusivismo che si è sviluppato a Triscina tra la metà degli anni 70 ed i primi anni 80 ha danneggiato in modo irreparabile uno tra i luoghi più belli e suggestivi della costa italiana, fatto di una distesa infinta di dune di sabbia e canneti; purtuttavia Triscina mantiene una spiaggia ed un mare stupendo, dominato ad est dai suggestivi resti dell’antica Selinunte.
Sicchè, oggi, la Politica con la P maiuscola, quella cioè che non cede alla propaganda ed al falso ambientalismo, deve prendere atto che ciò che la c.da Triscina era prima degli anni 70 non potrà essere ripristinato e che la demolizione di circa sessanta edifici su oltre ottomila non ha certo rispristinato il paesaggio e l’ambiente, nè tale risultato è ottenibile con qualche altra decina di demolizioni.
Occorre allora pensare al patrimonio immobiliare di Triscina come una risorsa, intervenendo con un nuovo piano urbanistico particolareggiato di recupero. Tale piano, informato da un contenuto di mitigazione ambientale e paesaggistica del disordine urbano consolidato ormai da oltre 40 anni, dovrà indicare gli interventi di arredo urbano, di infrastrutture ricreative, sportive, culturali e di aggregazione sociale, che possano allungare la stagione dell’uso turistico della borgata, anche valorizzando la frazione come seconda porta di accesso al parco archeologico di Selinunte.
Triscina da esempio dei danni che l’abusivismo fa ad un territorio, dovrà divenire l’esempio di ciò che la Politica, che non scade nella propaganda, può fare con fatica e competenza, trasformando in una opportunità di sviluppo un fenomeno che in sé fu negativo. In tale impegno non è secondaria la collaborazione dei cittadini che dovranno contribuire alla manutenzione ed al miglioramento dell’aggregato urbano, per affrontare adeguatamente i problemi attuali di quel territorio. Ci vorrà tempo e ci vorrà molto lavoro, ed occorre iniziare con il passo giusto.