Castelvetrano, storia dei parchi urbani irrealizzati e l'iniziativa promossa dall'Associazione Agorà
di: Salvatore Di Chiara - del 2025-05-06

Piano regolatore, verde pubblico e urbanizzazione sono parole che fanno parte del nostro vocabolario di “cittadini”. Nel tempo abbiamo imparato a convivere con la politica “del fare” e del “mancato fatto”.
La storia ci induce a ritornare indietro con i fatti, precisamente a maggio del 1989. Da pochi mesi si era costituita l’associazione popolare “Agorà”. Era formata da gente umile, volenterosa e portatrice di sani valori umani. In poco tempo fioccarono pensieri e parole (sperando nei fatti), frutto di un’ampia progettualità.

Tra le idee portate avanti - senza dubbio - la questione dei parchi urbani. Nell’identità territoriale, il tema - affrontato non poche volte, divenne l’obiettivo dichiarato dell’associazione. Al sopralluogo iniziale per trovare le aree compatibili, il passo successivo fu quello di verificare lo stato delle cose. Nell’ampio territorio castelvetranese vennero scelte tre aree (opzioni possibili). Tra queste figuravano la zona
Seggio, “il vecchio campo dell’Aviazione e la zona Trinità”. Delle tre, Delia era quella “possibilista” di un parco. La grossa forestazione in atto era un elemento da non sottovalutare.
Quali furono i motivi che spinsero i cittadini a richiedere i suddetti parchi? Partiamo da una premessa: l’iniziativa, alla lunga, aveva visto il coinvolgimento di un’intera comunità. Addirittura fu sottoscritta una petizione con tanto di richiesta, firme e letterina da presentare all’amministrazione comunale. Lo scopo era quello di sensibilizzare la politica al miglioramento dell’habitat ecologico. Oltre alla manifestazione suggestiva, di una pronta vivacità tra colori e profumi, rappresentavano i luoghi adatti per passare ore di relax, se non intere giornate. Un modo per staccare la spina dalla quotidianità monotona. Concetti espressi e ripetuti nel tempo, mai presi in considerazione.

Finalmente, dopo anni di polemiche sterili, ci fu una timida apertura da parte della politica locale. L’allora sindaco Tommaso Pollina applaudì l’iniziativa. In lui subentrò l’interesse, espresso durante i consigli, di avviare un nuovo programma volto a integrare gli spazi urbani con la presenza di verde. Intere aree da trasformare per i passatempi delle famiglie e valorizzare le zone periferiche della città.
Finalmente, come esclamato da molti castelvetranesi, sembrava la volta buona che la collaborazione andasse a buon fine. Dei tre parchi, venne realizzato solo quello di Trinità-Marcita grazie ai lavori del Demanio Forestale 3. Ancor oggi è protagonista indiscusso di “polmone verde” del nostro territorio. E degli altri due progetti? Se nel 2025 siamo fieri (purtroppo) testimoni in negativo, un motivo ci sarà. Domande che meriterebbero una risposta o forse non riceveremo mai, a distanza di 36 anni. Rimane impressa nella mente e aggiungo, la curiosità, per chi portò avanti l’intero progetto. Non dimentichiamo l’impegno profuso da parte dell’associazione “Agorà”. Nonostante la mancata (in parte) realizzazione del “sogno ecologico”, rimane, di fatto, indiscutibile la scelta di averci provato con tutte le forze possibili. Un ringraziamento a distanza di tantissimi anni.