Dallo sciopero generale del 1981 ad oggi, cos’e’ cambiato a Castelvetrano?
di: Salvatore Di Chiara - del 2025-06-17

(ph. Castelvetranese Doc profilo Facebook)
Quando le tre grandi sigle andavano di comune e d’accordo. Questo potrebbe essere il titolo del pezzo odierno. Correva il 1981 quando la Cgil, Cisl e Uil decisero d’intervenire in prima persona. In disaccordo con l’amministrazione del tempo, organizzarono una grande protesta di piazza. L’obiettivo - oltre ai punti che andremo a evidenziare - rimarcava la mancanza d’interventi volti al miglioramento infrastrutturale del territorio castelvetranese.

Nonostante gli investimenti fatti, i sindacati lamentavano condizioni “ancora” poco sicure. Il motto della protesta fu: ”alzare la voce per ottenere i nostri diritti”. Un decalogo di dieci punti per evidenziare le criticità della nostra città. Dalle parole si giunse ai fatti. La manifestazione pubblica, sviluppatasi con una sfilata per le vie principali della città e con un comizio in piazza Garibaldi (oggi Sistema delle Piazze), fu espressione di necessità da sciogliere immediatamente. Gli interventi più duri furono dei sindacalisti Calcara e Pisciotta, con forti messaggi rivolti alla Regione Sicilia. Quest’ultima rea di non aver finanziato i progetti (quelli presenti).
I dieci punti erano suddivisi tra:
- Riordino urbanistico generale di Castelvetrano, Triscina e Selinunte.
- Delimitazione delle aree da destinare ad attività industriali, artigianali e commerciali.
- Promozione e sostegno alle iniziative imprenditoriali e di sviluppo economico con particolare riguardo alle legate alla cooperazione, specie giovanile.
- Completamento delle opere infrastrutturali dei quartieri popolari e periferici (strade, fognature, illuminazione, acqua).
- Adozione di un piano per l'approvvigionamento idrico della città.
- Risoluzione concreta e definitiva dei problemi inerenti il pessimo funzionamento del servizio di nettezza urbana.
- Creazione di asili-nido.
- Piena attuazione della legge 55 per l’assistenza agli emigrati e creazione di appositi comitati cittadini.
- Provvedimenti in favore delle persone anziane, disabili e indigenti, con rimborso ticket, centri di ricreazione socioculturale autogestite.
- Organizzazione di spettacoli a scopo culturali.
La partecipazione di massa fu l’esatta risposta che i sindacati cercavano. Nel detto “l’unione fa la forza”, il popolo ebbe un peso specifico non indifferente. Un fatto storico, un punto di partenza. Da quel momento in poi, le cose cambiarono veramente? Sono passati ben 44 anni dallo sciopero. Oggi, quanti di questi punti sono stati raggiunti? La città, al di là della situazione economica (attuale), è migliorata o, in assenza di sviluppo, non ha saputo far fronte alla grande protesta del 1981? La parola passa ai lettori, a quelli che hanno vissuto la storia castelvetranese degli ultimi cinquant’anni. Sono i testimoni viventi dei miglioramenti parziali o totali, o forse, di un decadimento senza fine.
