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Castelvetrano piange Antonio Cannata. Artista di fama internazionale pluripremiato

del 2017-10-22

Ricevere la triste notizia della morte di Antonio Cannata, uno dei più prestigiosi pittori italiani, mi ha sensibilmente turbato. L’ho conosciuto personalmente dell’estate del 2002 in casa di comuni amici e ne è nata sin da subito una reciproca simpatia sfociata in una consolidata, nel tempo, amicizia.

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  • M’ero innamorato della sua arte già da un bel po’ di tempo, quando m’era capitato d’entrare nei saloni del “Circolo della Gioventù” di Castelvetrano e m’ero trattenuto a osservare un grande quadro con delle figure mitologiche surreali. Un altro quadro, di grandi dimensioni, lo ammiravo ogni volta ch’entravo nella sede del “Banco di Sicilia” di Castelvetrano.

    M’intricavano moltissimo quelle figure così strane; cercavo di carpire la sua tecnica e m’immergevo nell’astrattismo di tutti quei colori a tratti sgargianti a tratti deboli e calmi. Finalmente, conoscendolo, ho avuto la possibilità di confrontarmi con lui, farmi spiegare tante cose colmando la mia curiosità s’uno stile pittorico davvero unico.

    Quando m’invitò a casa sua a Triscina, dove aveva l’abitudine di soggiornare ogni anno nel mese d’agosto, m’innamorai d’una sua opera con tecnica fantastica a basso rilievo, ma sapevo che non avrei potuto comprarla, poiché le quotazioni di Cannata erano proibitive per le mie tasche. Lui, da vero artista sensibile e umano, scorse nei miei occhi la passione, il desiderio vero di possedere quel quadro e mi mise nelle condizioni di poterlo acquistare con dei pagamenti rateali che mi permisero d’avere l’opera a casa mia.

    Da allora comprai da lui altri tre quadri e oggi, mentre scrivo, posso ammirarli continuando giorno per giorno a trovare all’interno delle figure rappresentate e delle sfumature pittoriche nuovi elementi figurativi che m’affascinano.

    In particolare ne acquistai uno di grandi dimensioni raffigurante fra gli altri un clown che abbraccia una donna. Antonio mi spiegò che quel quadro gli era stato commissionato dal noto cantante italiano Albano dopo la scomparsa della figlia Ylenia e che quando glielo fece vedere, al cantante non piacque come l’artista aveva raffigurato il viso della figlia. Cannata pensò di trasformare il viso di Albano con quello d’un clown, ma sotto sotto sono rimasti ben visibili i lineamenti dell’amato cantante. 

    Antonio Cannata nacque a Castelvetrano il 21 gennaio del 1938 e da moltissimi anni viveva a Torino al numero sedici di via delle Magnolie. Aveva esordito brillantemente alla Galleria “Viotti” di Torino nell’anno 1965 e d’allora in Italia, ma anche all’estero, è stato considerato uno dei massimi esponenti del surrealismo figurativo.

    Il suo nome è entrato a far parte delle più valide e originali personalità artistiche torinesi della cosiddetta seconda generazione del dopoguerra, sviluppando e portando avanti un discorso visionario, ricco di puntiglioso disegno e di surreale poesia. Più volte invitato a collettive di prestigio a tema fisso, è stato anche premiato alla mostra della “New Generation 20 maestri” (Galleria Magimawa).

    Il noto compianto giornalista, critico e storico d’arte Angelo Dragone, del quotidiano “La Stampa” di Torino aveva scritto: “Cannata può essere definito pittore per vocazione, nato e cresciuto per un fatto spontaneo, lontano naturalmente da scuole e accademie”. Il noto editore Lorenzo Masetta scrisse: “…….il pathos di questo introverso artista sfoglierà ulteriori pagine del passato e del presente in dissacrante conflittualità con il nostro vivere”.

    Alcuni lavori di Cannata sono stati presenti in moltissime mostre personali e collettive nelle più prestigiose gallerie d’arte: dalla “Viotti” di Torino alla S. Luca di Latina, dalla “La Lanterna” di Singen (Germania Occidentale) al Circolo Ufficiali di Moncalieri, solo per citarne alcune. Nella sua lunghissima carriera, Cannata ha ricevuto molti premi: a Milano, Torino, Palermo, Roma, Salsomaggiore.

    Il premio speciale “Fiorino” gli è stato riconosciuto nell’anno 1995 al Palazzo Vecchio di Firenze. Nell’anno 1984 è stato insignito con l’Oscar “Biennale di Venezia”. Di lui hanno scritto: Luigi Carluccio, Marziano Bernardi, Vittorio Bottino, Mel Menzio, Franco Caresio, Carlo Munari e altri. Molte sue opere sono esposte permanentemente presso la Galleria d’Arte “La Lanterna” di Moncalieri (Torino). Nell’anno 1990 è stato insignito dal “Rotary Club International” del prestigioso premio “Paul Harris”. Nel mese di maggio del 2007 la Valletta, capitale maltese, ha ospitato una sua brillante mostra. 

    A Cannata piaceva anche scrivere delle massime e dei pensieri. I migliori li ha raccolti nel libro “I pensieri di Antonio Kannata”, con la K al posto della C, pubblicato nell’anno 2006. Egli con la sua arte ha portato molto in alto la cultura castelvetranese e tutti noi suoi compaesani possiamo andarne veramente fieri e orgogliosi. 

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    Effeviauto 6 gennaio 2025