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Castelvetrano piange Enzo Incerto. Da “I Profughi” a “I Diamanti” una vita tra musica e chitarre

del 2017-08-30

Immagine articolo: Castelvetrano piange Enzo Incerto. Da “I Profughi” a “I Diamanti” una vita tra musica e chitarre

Il mondo musicale castelvetranese piange la scomparsa d’un loro grande amico e collega, l’ottimo chitarrista Vincenzo (Enzo) Incerto. Enzo si è spento ieri a Milano, all’età di 65 anni, a causa d’una malattia inesorabile.

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  • La sua mancanza ha lasciato sgomento sia me sia i molti amici musicisti, e non solo, che lo conoscevamo, lo stimavamo e gli volevamo bene.

    Con Vincenzo, già amico d’infanzia, siamo stati colleghi negli anni 1979 e 1980, entrambi amministrativi presso due distinte scuole di Milano. Con noi il comune amico Giuseppe (Pippo) Asta, l’unico che oggi è rimasto vicino alla salma a rappresentare i tanti che non abbiamo avuto la possibilità di poterlo abbracciare per un’ultima volta. Pippo, infatti, è rimasto, insieme a Enzo, a lavorare a Milano, mentre io sono tornato a Castelvetrano quasi subito. Di Vincenzo ho parlato nel mio libro “Il Viaggio.

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  • La storia della musica a Castelvetrano” e delle sue esperienze musicali fatte nel periodo ch’era ancora a Castelvetrano. Iniziò la sua attività nel lontano anno 1967, quando formò il gruppo dei “Profughi”. Ne fecero parte, oltre a Vincenzo alla chitarra solista, Angelo Sciroppo alla chitarra accompagnamento, Vincenzo La Vecchia alla batteria e Giovanni Caravà come voce solista.

    L'amicizia fra Incerto e Sciroppo era nata dal fatto che Angelo lavorava, come apprendista, nel salone da barba del papà di Enzo, sito nella via Mazzini. Ambedue con la passione sia per il calcio sia per la musica, decisero d'imparare a suonare la chitarra.

    Enzo prese delle lezioni da Mimmo Accardo, mentre Angelo si rivolse a Paolo Sorrentino che abitava proprio di fronte la barberia di papà Incerto. Quando furono in grado d'eseguire qualche brano insieme, Enzo come solista e Angelo come accompagnamento, decisero di dare vita al loro primo gruppo musicale che chiamarono, per l’appunto, “Profughi”.

    Terminata l’esperienza con loro, Vincenzo entrò a far parte d’un nuovo gruppo che si formò in quel periodo a Castelvetrano, “I Diamanti”. Esso era composto sempre da Vincenzo alla chitarra solista, da Filippo Giacalone alla batteria, da Nicola Di Maio al basso elettrico, da Cesare Corselli all’organo e da Mauro Fabbri alla chitarra d’accompagnamento.

    Nel gruppo cantavano tutti sia da solisti sia a più voci. Per la realizzazione della divisa si assunse l'incarico la mamma di Enzo. Essa cucì per loro delle camicie di seta dorate e argentate in doppio petto con tanti bottoni che, accoppiate a dei pantaloni di vario colore, formavano un vestimento molto in voga a quei tempi, col quale si presentavano alle feste di matrimonio nelle quali andavano a suonare. A Vincenzo piaceva anche comporre dei brani musicali.

    Una sua composizione, “Ragazza dai grandi occhi blu”, fu premiata a un concorso canoro svoltosi a Palazzo Adriano, al quale Enzo partecipò insieme a “La Buona Novella”, altro suo gruppo al quale diede il nome d’un noto album del 1970 di Fabrizio De Andrè, il suo beniamino.

    Già in quegli anni, Vincenzo conosceva tutti i brani del famosissimo cantautore genovese e andava in giro a Triscina a proporli insieme agli amici di sempre: Antonino Ingrasciotta, meglio noto come Nino Vip, Michele Indelicato e l’inseparabile Paolo Ingrasciotta, lu ‘zu Paolo. Continuò, poi, l’attività musicale a Milano dove, come già detto, si trasferì e dove ha concluso il suo percorso di vita.

    È grazie a lui che ho deciso di pubblicare il mio secondo libro “Sessantotto”, dopo avere ricevuto una sua accorata mail che riporto: “Ciao Gigi. Intanto ti ringrazio per le belle parole che mi hai riservato. Non sapevo, ma sono molto contento, che hai deciso di farne una versione digitale dove metterai le indispensabili didascalie nelle foto.

    Non tanto per noi, che abbiamo vissuto quell'epoca irripetibile, ma se il libro va in mano ai nostri figli e ai nostri nipoti diventa importante sapere fotograficamente chi sono i personaggi. Continua così. Ti abbraccio con stima. Enzo”.

    Mi colpirono molto queste sue parole e, invece di fare la versione digitale del libro “Il Viaggio”, pensai di pubblicare un secondo libro “Sessantotto” nel quale ho raccontato le esperienze fatte dai tanti gruppi musicali che si sono formati in quel fortunato e favoloso periodo storico a Castelvetrano. Ciao mio grande amico, riposa in pace nella speranza d’averti fatto contento.

    Adesso i tuoi figli, leggendo le pagine piene di foto e le didascalie contenute nel libro che parlano anche di te, avranno un motivo in più per adorare e non dimenticare un padre affettuoso, premuroso, giusto e amato dai suoi tanti amici e colleghi. I funerali si svolgeranno venerdì mattina a Milano.

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