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Quando il primo Maggio si festeggiava a Castelvetrano tra cortei, comizi e gioventù in festa

del 2023-05-01

C’era una volta il primo Maggio a Castelvetrano. La festa dei lavoratori che, sotto le direttive della Camera del Lavoro, vedeva la sfilata di carri, moto ape, trattori e non solo. Erano gli anni del Partito Comunista e della falce e martello, la classe proletaria che, in quel giorno, assurgeva a protagonista contro la classe borghese. Chi non era comunista era fascista e si ricordano con piacere figure storiche all’interno della Camera del Lavoro o del Partito Comunista, uno su tutti Don Carlo Cascio.

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  • La mattina il raduno in Piazza Dante con gli immancabili fiori di Maggio appesi nei mezzi stracolmi di giovani vocianti con fazzoletti rossi al collo, con tanto di cartelloni della serie: "vogliamo la riforma della casa o abbasso i fascisti".

    I più anziani di buon ora andavano a raccogliere i fiori gialli “di maiu” i quali venivano “a mazzetto” lasciati dietro la porta degli amici e vicini di casa. Le ragazze preparavano corone di fiori a forma di collane nonchè ghirlande che venivano mostrate felicemente.  Una vera festa che aveva il suo cuore pulsante alla Badia, dove si dicevano che erano politicamente “tutti compagni”.

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  • Fino agli anni settanta, metà ottanta, la tradizione ha continuato  ad esistere con l’immancabile comizio, allora nella Piazza chiamata Garibaldi, con i sindacati e oratori, bandiere e applausi. Non si ricordano disordini tra i compagni e i “fascisti”, anche quando venne a comiziare per il Movimento Sociale Italiano a Castelvetrano Giorgio Almirante.

    La seconda parte della Festa del 1° Maggio la si trascorreva di solito in campagna con l’immancabile arrustuta di carciofi, salsiccia e un buon bicchiere di vino. Si cantava, si scherzava, era la festa del 1° Maggio.  
    Una testimonianza nostalgica sul primo Maggio è anche del nostro corrispondente Pietro Errante:" Per noi ragazzi del '60 il primo maggio era una festa indimenticabile e molto attesa. Significava di fatto l'inizio dell'estate anche se eravamo ancora in piena fioritura primaverile, l'avvicinarsi del termine dall'anno scolastico e l'avvio delle sospirate vacanze estive(allora sempre e solo selinuntine!).

    Ma il primo maggio era una festa piena di colori, di sapori di profumi che segnavano di fatto il passaggio dalla primavera all'estate. A Castelvetrano si tenevano ogni primo maggio le famose e bellissime sfilate di carri, trattori, camion, macchine agricole, veicoli da lavoro, carretti pluricolorati con decorazioni pittoresche e con dipinti a mano molto belli. Su tutti però svettava sua maestà la margherita di Maggio, lu maju, il fiore tipico dai petali gialli con cui ci divertivamo a costruire collane, bracciali, orecchini e anelli collegandoli con filo di seta gli uni agli altri.

    Era uno sfolgorio di giallo mescolato al rosso dei papaveri, tipici fiori anch'essi della stagione primaverile.
    Sulle auto, sulle moto, sulle bici, sui portoni di casa, alle finestre e sui balconi non c'era abitazione che non presentasse un mazzolino di maju, simbolo apotropaico(segno di buona fortuna) ma anche emblema della festa dei lavoratori. 
    La sfilata dei carri era il momento più caratteristico della manifestazione. Tutti i carri convenivano di buon'ora nella piazza Dante, sfilando lungo tutta la via Garibaldi.

    C'erano mezzi e veicoli di ogni genere, motoapi, tre ruote, camion carichi di gente, trattori con rimorchio anch'essi gremiti di persone festanti.
    Il corteo si dirigeva dalla piazza Garibaldi fino alla piazza Dante tra un nugolo di cittadini vestiti con l'abito della festa, ragazzi e bambini che sgravano gli occhi alla vista di macchine e marchingegni di ogni colore e rumorosissimi.
    Poi verso mezzogiorno dopo la proclamazione del miglior carro, si svolgeva l'immancabile comizio del primo maggio, organizzato dalla locale Camera del lavoro e dalle organizzazioni presenti nel territorio, con l'intervento di alcuni sindacalisti, tra i quali sempre un rappresentante di rilievo proveniente dalla segreteria regionale o addirittura da quella nazionale. 
    Anche il comizio era molto partecipato con presenza di tantissima gente, che gremiva la bellissima piazza Garibaldi.
    Nella tarda mattinata si raggiungevano poi le località di mare o di campagna per la consueta "arrustuta" di carcocciuli, sardi, sosizza e carrittera a scannaturi(per i nordici carciofi, sardine, salsiccia alla brace e la classica pasta con aglio e pomodoro gettata direttamente dalla pentola su una spianatoia di legno) il tutto innaffiato da buon vino e concluso con balli e sberleffi fino a tarda sera.
    Di quei primi maggio a Castelvetrano restano solo i ricordi di chi come me ha avuto la fortuna di vivere la propria gioventù in quegli anni magici."

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