Sonorità inconfondibili, musica e spettacolo. Zucchero non smette mai di incantare
del 2017-11-21
In foto: Brian Auger e Gigi Simanella
Martedì 14 novembre u.s. il network Canale 5 ha mandato in onda il concerto-evento che Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, ha tenuto presso la prestigiosa cornice dell’“Arena” di Verona. Lo spettacolo, dal titolo “Wanted tutta un’altra storia”, è stato registrato in occasione d’uno dei ventidue concerti che Zucchero ha effettuato nel prestigioso anfiteatro romano. In tutto le tappe del “Black Cat World Tour”, che ha visto impegnato Sugar e la sua band in quattro continenti, sono state centotrentasette. Il tour si è concluso lo scorso 29 ottobre a Curitiba, nel Sud America.
“Black Cat” è anche il titolo del nuovo album di Fornaciari, il tredicesimo, contenente tredici brani inediti, quasi tutti presentati durante il concerto. Dopo un iniziale “Partigiano Reggiano” l’artista emiliano ci ha deliziato facendoci ascoltare riarrangiati brani storici quali: “Diavolo in me”, “Miserere”, “X colpa di chi”, “Diamante” e tanti altri di successo. Era dal 2012, con l’album “La sesiòn cubana”, che Zucchero, oggi indiscussa star internazionale, non regalava ai suoi numerosissimi fan un lavoro discografico di così alto spessore artistico. Per la realizzazione d’alcune tracce si è avvalso della collaborazione d’artisti del calibro di Bono degli U2 e di Mark Knopfler dei Dire Straits.
Ho seguito con molta attenzione l’intero concerto meravigliandomi delle tante cose interessanti che vi sono state proposte: dalle scenografie alle luci, dalle musiche ai variegati eccellenti musicisti che hanno fatto da cornice a un ottimo Zucchero che negli anni non ha minimamente perduto la sua carica dirompente di bluesman.
Mi ha sorpreso vedere alla batteria una scatenatissima musicista di colore, Queen Cora Coleman. Non avevo mai visto una donna così accanita destreggiarsi, come una vera e propria carica esplosiva, sui piatti e i tamburi della sua batteria. Anche la chitarrista di colore Kat Dyson è stata incredibile nel fare vibrare con grande impeto le corde della sua chitarra elettrica.
La sorpresa, però, per me più affascinante è stata quella di vedere in prima fila, all’organo Hammond, uno dei miei miti e non solo il mio, Brian Auger. Brian è il guru, il massimo esponente fra tutti gli organisti mondiali che hanno scelto le magiche sonorità dell’organo Hammond per esprimere la loro passione per la musica, una vera icona del rock. L’ho conosciuto personalmente nell’estate del 2002 quando è stato invitato dal “Brass Club” di Alcamo per un’esibizione in piazza Ciullo.
Serata indimenticabile che mi ha permesso sia d’ascoltare dal vivo colui dal quale ho potuto imparare le tecniche d’improvvisazione organistica rock sia di poterlo abbracciare complimentandomi con lui e ringraziandolo d’esistere.