PresaDiretta, il magistrato Principato:"Messina Denaro gode di ampi consensi anche nella borghesia"

“E’ un catalizzatore che gode del consenso borghese. Il bene viene da ‘Lu siccu’ nella mente di tante persone”. Con queste parole Linares a PresaDiretta nel corso dlla sua intervista definisce la situazione trapanese con riferimento al rapporto nei confronti del boss Messina Denaro che viene stimato come uno dei ricercati più ricchi del mondo.

Seguono le dichiarazioni del Magistrato Maria Teresa Principato invece: “La famiglia come strumento principale attraverso cui esercitare il proprio potere in Provincia e non solo”. Messina Denaro è riuscito a penetrare nelle attività economiche principali di tutta la Provincia di Trapani nel racconto di Trapani. La trasmissione di Rai 3 parla dei lavori al porto di Trapani, quelli alla funivia, di Vito Nicastri conosciuto come “Il Re del Vento” aventi come unico comune denominatore Messina Denaro. Lo stesso Nicastri nel difendersi dalle accuse di collusione con la mafia si proclama innocente e lontano dagli interessi mafiosi.

Nel corso della trasmissione viene letta una lettera scritta dallo stesso nella fase iniziale della sua latitanza dopo la sua prima condanna. Vengono raccontate delle indagini che negli anni 90 stavano per portare al suo arresto ma per “strane” coincidenze e ostacoli le indagini si conclusero con un nulla di fatto.

Intervistato anche Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano, che racconta i suoi anni in carcere all’Asinara.

Accusato di associazione mafiosa Vaccarino dopo anni passati in carcere viene avvicinato dal Sisde diretto dal generale Mario Mori per proporgli di avvicinare Matteo Messina Denaro. Vaccarino accetta e riesce a comunicare per 3 anni con il latitante attraverso pizzini.

Dopo l’arresto di Provenzano Matteo Messina Denaro scrive a Vaccarino che Provenzano o è un demente o un traditore.

L’archivio di Totò Riina e di Cosa Nostra viene indicato da parte del pentito Giuffrè essere in possesso di Messina Denaro.

In studio anche l’euro deputato e presidente della commissione europea antimafia Sonia Alfano che ha parlato del protocollo “farfalla” e raccontato  del suo giro all’interno delle carceri italiane dove ha incontrato Riina che ha mostrato disinteresse all’ipotesi di una collaborazione,  Provenzano e Graviano che dopo aver fatto una leggera apertura alla discussione subì un peggioramento nelle sue condizioni di vita all’interno del carcere.

A essere intervistato anche Giovanni Ingrasciotta che racconta della colluttazione avuta con i Panicola cui conseguì la morte del figlio che aveva partecipato alla spedizione punitiva che avrebbe dovuto portare alla morte di Ingrasciotta.