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Operazione Hesperia, “Eo ca sugnu”. Chiesta perizia comparativa dall’Avv. Frazzitta

di: Redazione - del 2024-06-12

Immagine articolo: Operazione Hesperia, “Eo ca sugnu”. Chiesta perizia comparativa dall’Avv. Frazzitta

Non sarebbe stata pronunciata, o almeno non è udibile, la frase pronunciata “Eo ca sugnu” pronunciata da Vito De Vita, imputato insieme a Lorenzo Catarinicchia, Filippo Aiello, Nicolò e Bartolomeo Macaddino, Antonino Lombardo, Stefano Putaggio, Riccardo Di Girolamo, nel processo scaturito nell’ambito dell’operazione Hesperia che aveva portato nel settembre 2022 all’arresto di 35 persone con molti nomi noti della criminalità organizzata di Marsala, Mazara, Campobello di Mazara, Castelvetrano e Palermo.

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  • L’operazione aveva riportato in carcere fedelissimi del boss Matteo Messina Denaro come il 67enne capomafia di Campobello di Mazara Francesco Luppino (scarcerato  tre anni prima dopo aver scontato una lunga condanna per mafia) che, insieme ad altri 27 imputati, aveva scelto di essere processato con rito abbreviato davanti al G.u.p. di Palermo; secondo l’accusa, avrebbe ricostruito la rete di relazioni di Cosa Nostra tra Campobello di Mazara, Mazara, Castelvetrano e Marsala.

    Le accuse contestate agli indagati sono associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, gioco d’azzardo, porto abusivo di armi e altro ancora. Le parti civili riguardano i comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara, l’associazione Codici, Michele Buffa (Cantine Europa), Possente Antiracket Trapani, l’associazione Antiracket Alcamese, e la Verità vive di Marsala.

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  • Pubblico Ministero è Francesca Dessì della Dda di Palermo, a firmare l’avviso di conclusione delle indagini erano stati i P.M. della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo Pierangelo Padova, Francesca Dessì e Alessia Sinatra.

    Nel corso dell'odierna udienza che si è celebrata nel Tribunale di Marsala presieduto dal Presidente del Collegio Vito Marcello Saladino,  l'avvocato Giacomo Frazzitta, difensore di Vito de Vita, sulla base di alcuni elementi, ha chiesto una  perizia comparativa per verificare, qualora brevità del parlato lo consente, se in realtà nell'intercettazione ambientale è il suo assistito a parlare, e di procedere alla comparazione della voce di Vito De Vita.

    "Abbiamo visto come questo aspetto fondante, il contraddittorio stesso -dice l'avv. Frazzitta- in alcuni punti  ha dato ragione ai nostri consulenti di parte. Abbiamo sempre detto fin dall’esordio di questo procedimento, almeno io personalmente ho ascoltato le intercettazioni, che le frasi che venivano contestate e che erano oggetto del capo di imputazione, non erano mai state proferite e ascoltate".

    Dal patrimonio dibattimentale, secondo l'avv. Frazzitta, emergerebbero alcune contraddizioni: "Abbiamo avuto modo di ascoltare il consulente dott. Pietro Indorato -continua Frazzitta- quale avendo ricevuto un incarico specifico da parte di questo difensore di procedere alla comparazione vocale tra la frase brevissima EO CA SUGNU, frase isolata dal contesto non collegata a nessun movimento di Di Natale né tantomeno a una sua precedente frase, e la voce di Vito De Vita, ha risposto che è impossibile poter procedere alla comparazione. Abbiamo avuto modo di sapere che dal punto di vista scientifico del professore Romito che le valutazioni soggettive soprattutto nell’ambito delle conversazioni sono qualcosa di assolutamente fragile che non trovano un fondamento certo. Non abbiamo alcun riferimento al nome Vito. Lo stesso maresciallo Tranchida che ha riferito di non sapere riconoscere la differenza tra la voce di De Vita Emanuele, De Vita Gaspare e De Vita Vito all’interno di un autogrill. Nessuno che fa riferimento a un tale Vito, la frase EO CA SUGNO è totalmente decontestualizzata, cioè  rispetto all’arrivo 4 minuti prima dell’autovettura di Di Natale e circa 3 min dopo che Di Natale va via, quindi non c’è nessun collegamento con Di Natale".

    "Il maresciallo Tranchida -conclude l'avvocato- asserisce di aver sentito la frase ma non ricorda se la frase sia stata pronunciata in una posizione distante rispetto alla posizione del captatore, isolata e della durata di un secondo, in un contesto in cui lo stesso non sa riconoscere la differenza delle voci dei fratelli De Vita che erano all’interno dell’autogrill, è un aspetto che certamente nell’ambito generale del quadro accusatorio posto a carico del signor Vito De Vita merita un approfondimento".

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