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(VIDEO) Corruzione e concussione al Cimitero di Trapani, cinque persone fermate e 18 indagati dalla Polizia

di: Comunicato Stampa - del 2025-04-14

Immagine articolo: (VIDEO) Corruzione e concussione al Cimitero di Trapani, cinque persone fermate e 18 indagati dalla Polizia

Questa mattina, la Polizia di Stato di Trapani ha eseguito 5 misure cautelari, per corruzione e concussione, nell’ambito della gestione dei servizi cimiteriali. Sono stati arrestati l’ex necroforo del Cimitero di Trapani e un suo fidato operaio, mentre è stato intimato il divieto di esercitare l’impresa a tre note onoranze funebri trapanesi.

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  • Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno fatto luce su un sistema consolidato di gestione privata della cosa pubblica, esercitata, in alcuni casi, attraverso la costrizione dei privati cittadini, a dare e promettere e danaro in cambio di sepolture veloci, in altri, attraverso patti illeciti in cui il privato, consapevolmente, pagava per accedere ai servizi cimiteriali attraverso corsie preferenziali. 

    I fatti risalgono a luglio 2023, quando un Dirigente del Comune segnalò alla Squadra mobile della Questura le condotte dell’allora necroforo, che sembrava ostacolare l’operato della ditta incaricata con procedura pubblica alla gestione dei servizi cimiteriali.

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  • Secondo gli investigatori, il necroforo avrebbe ostacolato la ditta affidataria dei servizi cimiteriali - tra cui, anche, tumulazioni, estumulazioni e traslazioni delle salme - con iniziative ostruzionisti, in favore di ditte compiacenti, a cui venivano infine assegnati i lavori, chiedendo in cambio un percentuale sui guadagni.

    Dalle indagini sarebbe emerso che la sfera di influenza del necroforo si estendeva ben oltre. Decidendo con assoluta discrezione sullo stato di decomposizione delle salme e sulle procedure di estumulazione straordinaria, l’arrestato avrebbe ottenuto la liberazione dei loculi comunali occupati da anni, per offrili ai privati cittadini, mossi dall’esigenza di seppellire un loro caro. In tal modo, proponeva tumulazioni veloci, in cambio di somme di denaro, che definiva “il caffè per il necroforo”.

    Allo stesso modo, gestendo discrezionalmente la tempistica delle tumulazioni e delle estumulazioni, e sempre in cambio di denaro, avrebbe favorito le agenzie funebri a lui più vicine, concedendo loro procedure celeri di sepoltura, a discapito di altri impresari non compiacenti.

    Il mercimonio della funzione pubblica avrebbe riguardato, oltre alla compravendita illegale dei loculi comunali, l’illecita prestazione d’opera afferente ai lavori di muratura presso le cappelle private. Ai cittadini intenzionati ad eseguire delle migliorie, avrebbe offerto la manodopera di un muratore compiacente e prospettato un risparmio, consistente nell’omesso pagamento delle imposte comunali, che altrimenti i privati avrebbero dovuto versare. Da ultimo, non sono mancate ipotesi di sciacallaggio delle salme, a cui il necroforo avrebbe sottratto monili in oro, per indebito arricchimento.

    E per finire, sempre l’arrestato, avrebbe agevolato alcuni fiorai trapanese, segnalando loro la presenza di fiori freschi, appena deposti, che venivano prontamente prelevati dagli spazi cimiteriali, per essere in seguito rivenduti. Nel corso dell’indagine sono state documentate ben 25 ipotesi delittuose - di cui 10 episodi corruttivi – in riferimento ai quali sono stati segnalati alla locale Procura altrettanti privati cittadini, che avrebbero consapevolmente contratto con il necroforo il pactum sceleris utile ad assicurare ai loro cari procedure di sepoltura “accellerate”, in cambio di denaro; in altre tre vicende, altrettanti soggetti privati sarebbero stati indotti a corrispondere denaro, al fine di conseguire l’ingiusto vantaggio di accedere all’esecuzione dei servizi cimiteriali con tempistiche velocizzate. 

    Contestualmente alle misure cautelari, è stata eseguito un decreto di perquisizione delegata nei confronti di un medico legale dell’ASP di Trapani, che avrebbe agevolato il necroforo, in alcuni casi, attestando falsamente l’avvenuta decomposizione della salma, in altri, omettendo la necessaria constatazione medico legale.

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