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La storia dei restauri alla Chiesa di San Domenico dal 1980 a oggi. In esclusiva la planimetria

del 2014-02-05

Sono stati ultimati anche i dettagli e per venerdì alle ore 9,30 Castelvetrano ospita il suo evento: la riapertura della Chiesa di San Domenico dopo i lunghi restauri. Vogliamo ripercorrere grazie ad una nota tecnica di Francesco Saverio Calcara l'iter delle restaurazioni che negli anni sono state effettuate fino ad arrivare ai giorni d'oggi.

Allegati

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  • Primo intervento nel 1980. Passate le competenze dalla Cassa per il Mez­zogiorno all'Assessorato Regionale ai Beni Culturali, si ottenne­ un finanziamento di 83 milioni di lire per un primo intervento di restauro, col quale, sotto la direzione dell'arch. Matteo Scognamiglio della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici di Palermo, si provvide a intervenire sui tetti, col rifacimento totale degli stessi, rispettando i metodi tradizionali.

    Si procedette, del pari, a correggere una situazione anomala che persisteva sui tetti della navata destra. Infatti, un loro rimaneggiamento, risalente forse al restauro del '51, aveva unificato la falda destra della navata centrale con quella della limitrofa navata laterale, con conseguente carenza del sistema di canalizzazione e smaltimento delle acque.

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  • La presenza, quasi inspiegabile, di grandi masse di terriccio sull'estradosso della volta favoriva la crescita di erba in enorme quantità, tale da nascondere la fabbrica, specie le pareti esterne laterali; l'umidità trovava l'habitat ideale, favoriva il degradare delle malte e l'apertura di larghe brecce nella muratura.

    Lo stesso intonaco di coccio pesto, usato per le cupolette, fu utilizzato «per sigillare i giunti tra la pietra informe delle pareti laterali, che, liberate dalle erbe, apparivano prive di un intonaco» In questa operazione, preceduta dall'opportuno consolidamento delle lesioni «cucite con barre d'acciaio iniettate con resine epossidiche, si sono rinvenute cornici di finestre ogivali che scandiscono lo spazio di quello che dovette essere l'originario tempio».

    Nel 1984, utilizzando un ulteriore finanziamento regionale di £ 300.000.000, per un secondo progetto di intervento, redatto dall’arch. Matteo Scognamiglio, si è affrontato il problema dei pavimenti, risolvendolo in maniera definitiva. Altri lavori hanno condotto al consolidamento dell'ampio arco trionfale tra navata e presbiterio, nonché delle volte delle cappelle di S. Giacinto e del SS. Nome di Gesù, le più dissestate della chiesa.

    Furono parimenti rimosse alcune superfetazioni che non consentivano una corretta lettura architettonica del monumento e si provvide, in via Martiri d'Ungheria, alla ricomposizione dei pezzi del portale del Rosariello, rinvenuti nel corso del restauro dell'80 e, abbattuti i muri dei cortiletti adiacenti alla chiesa, a creare una zona di verde a fianco della stessa.

    Un ulteriore progetto, redatto nel 1989, dall’architetto Maria Concetta Cosentino, a cura della Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Trapani, per un importo di £ 275.000.000, ha permesso un intervento di consolidamento alla navata principale, a quella laterale sinistra e alla cappella del Rosario, col rifacimento degli intonaci e della pavimentazione; e ciò ha consentito, il primo novembre 1992, festa di Ognissanti, la riapertura al culto del tempio che, a causa della chiusura della chiesa di S. Giovanni e di quella dell’Odigitria, funzionò per qualche tempo come sede parrocchiale.

    Rimaneva ancora insoluto il problema del recupero degli stucchi del coro e del cappellone, costituenti la parte più rilevante del complesso decorativo; tema, invero, di un progetto a campione, approntato dall’arch. Maria Pia Demma, condotto su una porzione dell’intradosso della cornice della cupola. In quella occasione, fu innalzata una complessa impalcatura metallica che impedì per lunghi anni l’accesso alla zona presbiteriale e la visione degli stucchi ferrariani.

    Si dovette attendere fino al finanziamento del POR 2000-2006 (misura 2.01 – “Risorse liberate”), fu possibile appaltare un progetto generale di intervento conservativo e di restauro della chiesa e delle decorazioni murali plastiche e pittoriche, aggiudicato per la somma di € 1.133.795 (su una base di € 1.850.000) alla Società Tecnorestauri di Acireale, sotto la direzione dell’arch. Gaspare Bianco.

    Tale intervento, condotto con sofisticate tecniche d’avanguardia, ha consentito il pieno recupero del sacro edificio, tornato, per come lo abbiamo descritto, all’antico splendore.

    Gli interventi di restauro e di consolidamento in profondità della struttura muraria sono stati effettuati dalla Tecnorestauri di Acireale. "Auspico" conclude Francesco Calcara "che per una corretta lettura del monumento, tutte le opere mobili rientrino presto nel loro sito originario, e che eventualmente si possa realizzare nella Chiesa, tornata al suo antico splendore, una mostra permanente di tutte le opere di proprietà del Fondo Edifici per il Culto pertinenti Castelvetrano, che oggi si trovano sparsi anche in altre chiese"

    In allegato:

    • la planimetria della Chiesa di San Domenico con descrizione opere mobili per gentile concessione del Dirigente comunale Ing. Taddeo.

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