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Quando l'aeroporto di Castelvetrano divenne strategico nella II Guerra Mondiale

del 2013-01-03

Aerei a Castelvetrano

In foto: Aerei a Castelvetrano

Il campo d’aviazione di Castelvetrano, più comunemente chiamato “lu campu di li Funtaneddi, esteso oltre 110 ettari, fu  fatto costruire da Mussolini  negli anni ’30 in contrada dell’ex feudo Fontanelle; è dotato ancora di una vecchia pista d’atterraggio in cemento, che il tempo va lentamente sgretolando; uno stradale, in parte sterrato, lo circoscrive e lo comunica con la strada per Mazara, con la diga Delia e con Castelvetrano.

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  • La scelta della località non fu casuale; infatti, la vasta pianura su cui sorge, permetteva l’atterraggio e la partenza degli aerei dalle due direzioni, mentre la distanza dalla costa lo proteggeva da eventuali attacchi nemici via mare. Il progetto era stato elaborato dall’Ing. Pietro Morici su commissione delle forze armate governative italiane, che avevano bisogno di un campo d’aviazione che facesse da ponte con l’Africa, in previsione delle guerre di colonizzazioni.  Infatti, il 02 ottobre 1935, il Duce in un suo discorso  alla grande adunata dei fascisti e del popolo, annuncia l’entrata in guerra dell’Italia in Africa Orientale. Durante il conflitto della II guerra mondiale, il campo fu potenziato e considerato strategico, perché, per ragioni geografiche e di sicurezza permetteva la partenza e l’arrivo degli aerei militari per o da Pantelleria e Africa oppure per andare a bombardare Malta. Il codice di guerra, la sigla data dall'aeronautica militare all’aeroporto, era “511”.Pur essendo segreto, gli alleati furono subito informati dalla mafia locale, che già preparava il terreno per un ipotetico sbarco.

    Allora, voce di popolo sosteneva che “l’americanu” (un nostro concittadino emigrato negli USA e, in seguito, ritornato) faceva da spia.   Il campo d’aviazione assunse un ruolo di massima importanza; infatti, fu base principale per effettuare le missioni di guerra trasportando personale e materiale verso le basi dell’Africa. Fu base del 59° stormo col compito di difesa del territorio, effettuare missioni di guerra  e  trasporti, con i trimotori Savoia-Marchetti S.M.82, di personale e materiali sulle basi d'Africa.Fu sede del “9º Stormo B.N” impegnato nel pattugliamento sul Mediterraneo. Fu anche sede del Gruppo aerosiluranti comandato da Carlo Emanuele Buscaglia.Per assolvere questo compito l’aeroporto fu dotato degli aerei più moderni tra cui il “Savoia Marchetti S.79”, un fiore all’occhiello della tecnologia dell’epoca, e i già citati trimotori Savoia-Marchetti S.M.82.

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  • Quest’ultimo, (inteso lo sparviero), fu senz'altro l'aereo più rappresentativo della Regia Aeronautica, ma allo scoppio della seconda guerra mondiale, si rivelò subito inadeguato e surclassato da altri aerei più moderni. Solo in occasione del suo utilizzo come aerosilurante, nella guerra aeronavale del Mediterraneo, l’SM.79 risultò essere una macchina veramente temuta dagli avversari come bombardiere veloce. Nel 1937, fra l’otto e il 16 agosto, in detto aeroporto si svolsero “le grandi manovre”. In quell’occasione, il 14 agosto alle 11,30 arrivarono a Castelvetrano il Re Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini.

    Essi, dopo il pranzo a Palazzo Pignatelli, alle ore 14 andarono a visitare il campo d’aviazione, per ripartire alle ore 17. Nel 1942, il campo fu dotato della “59ª Squadriglia bombardieri tattica”, impegnata nel bombardamento su Malta.Il 1° gennaio 1943, pochi mesi prima dello sbarco da parte degli alleati,  il Re Vittorio Emanuele venne di nuovo a Castelvetrano in forma privata.

    Pertanto, durante la II Guerra Mondiale,  l’aeroporto di Castelvetrano ebbe un ruolo rilevante nelle battaglie che si svolsero nel Mediterraneo negli anni 1942 – 1943.L’importanza di questo aeroporto costò molto alla città di Castelvetrano, poiché subì molti bombardamenti con danni notevoli e molti morti. Nel mese di gennaio del 1942 una squadriglia inglese, cogliendo di sorpresa la difesa aerea italiana, bombardò il campo apportando gravi danni alla struttura e distruggendo 30 aerei italiani. In una seconda incursione furono distrutti altri aerei, ma la contraerea questa volta  distrusse alcuni aerei inglesi.Il 19 maggio 1943, in previsione dello sbarco, gli inglesi bombardarono tutti i capoluoghi di provincia provocando migliaia di morti tra civili e militari, una vera e propria strategia del terrore, e furono interessate anche le piccole isole a sud della Sicilia.

    Anche l’aeroporto ed il centro abitato di Castelvetrano subirono il più devastante bombardamento di tutta la guerra.In questo campo il traffico fu molto intenso con aerei che partivano o atterravano in continuazione. Molti aerei, partiti per bombardare Malta, non tornarono più alla base, perché abbattuti dalla contraerea maltese. Allora, voce di popolo sosteneva che tornavano solo i piloti più furbi, perché buttavano le bombe nelle vicinanze dell’isola e così si salvavano da una morte sicura.

    La notizia è attendibile, perché alcuni anni fa, visitando Malta, una guida del posto, ha raccontato un aneddoto secondo cui la popolazione maltese, quando sentiva scoppiare le bombe in mare, diceva: “Oggi si mangia pesce fresco gratuito offerto dagli Italiani”.  Malgrado i pericoli mortali della guerra, alcuni nostri giovanissimi concittadini partirono volontari, proprio da questo aeroporto, per non fare più ritorno. La propaganda capillare di quegli anni esercitata sui giovani (balilla, avanguardista, sabato fascista, canti patriottici) aveva fatto il suo effetto. Uno slogan fascista di quegli anni diceva: “libro e moschetto fascista perfetto” – “Ovunque e dovunque con te, o Duce”Di contro, si dice, che  esponenti fascisti salvaguardarono i propri figli facendoli esonerare dagli obblighi di leva.  Il 10 luglio del 1943 gli alleati sbarcano in Sicilia. e il 12 agosto  Franklin D., Roosevelt, il generale Eisenhower, e il generale Patton, vennero a visitare l’aeroporto “Fontanelle”, che aveva creato agli alleati tante difficoltà durante il conflitto.

     Finita la guerra, alcune carcasse d’aerei abbattuti giacquero per diversi anni nell’aeroporto; tutti i terreni circostanti, che non si potevano coltivare perché disseminati di residuati bellici pericolosi,  furono bonificati.Da allora il campo fu coltivato a grano, alternato con pascolo. Con il subentrare della civiltà del benessere e del consumismo, tutto lo stradale che fiancheggia il campo divenne una discarica a cielo aperto, dove si buttava materiale di qualsiasi natura e provenienza: frutta e verdura guasta, animali morti, plastica, lastre ondulate e serbatoi rotti di cemento-amianto, lavatrici e frigoriferi guasti, copertoni d’auto, mobili ed infissi, calcinacci, ecc. .

     Finalmente, nei primi di luglio 2010 il campo fu bonificato: ruspe e camion hanno portato via tutto il materiale di discarica disseminato lungo i bordi dello stradale. Sembrava un miraggio trovare il vasto territorio pulito. In quella circostanza il Comune di Castelvetrano ha comunicato ufficialmente che l’ex campo d’aviazione è stato integralmente bonificato e ceduto dall’Aeronautica al Demanio che, a breve, l’assegnerà al patrimonio del nostro comune. Il 02/08/2010 una delegazione guidata dal colonnello Bruno Strazza, comandante del 37° stormo di Trapani Birgi, ha incontrato l’allora assessore Felice Errante, il segretario generale Elia Maggio ed il dirigente al patrimonio Andrea Di Como per legalizzare il caso; l’assessore ha espresso vivo compiacimento per l’evento, poiché potrebbe sorgere per Castelvetrano una nuova opportunità di sviluppo economico.  

    Il 29 luglio 2010 venne firmato dall'autorità militare e da quella civile il verbale di dismissione definitiva, diventando così ufficialmente un bene patrimoniale dello Stato.Tutto sembrava a posto, la legalità aveva ripreso il sopravvento. Purtroppo dopo meno di un anno, i rifiuti incominciarono a ricomparire, prima timidamente, poi sempre più numerosi, fino a raggiungere le condizioni di prima. Voglio ora ricordare un evento poco piacevole successo intorno agli anni ’50, vicino alla pista d’atterraggio: dentro delle gallerie esisteva ancora un arsenale militare con parecchie bombe di grosso calibro. Si trattava di vecchie cave di tufo abbandonate utilizzate durante la guerra come deposito di munizioni.Un incendio di vaste proporzioni scoppiato dentro le gallerie, mise a dura prova molte squadre di pompieri, che accorsero per spegnere l’incendio. Malgrado il grave pericolo di esplosione, nessuno delle autorità fece sgombrare gli abitanti di Castelvetrano. Ricordo ancora le numerose squadre di pompieri che passavano da Via Garibaldi per recarsi al campo. In seguito, e per diversi giorni,  numerosi camion militari scortati dalla polizia  portarono gli esplosivi in altri siti più sicuri.Sempre in tema di guerra, ricordo che intorno agli anni ‘50 molte vedove di soldati morti in guerra, si risposarono.

    Per i soldati dispersi in Russia e di cui non si ebbero più notizie, ci fu la dichiarazione di morte presunta. Alcune vedove risposate, vissero con la continua paura di un probabile ritorno dei loro mariti. Alcuni facinorosi diffondevano appositamente false notizie, circa il ritorno del soldato Tizio, per vedere la scena che avrebbe fatto la vedova risposata.

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