• A3 dottor Gianni catalanotto
  • A3 Conad
  • A3bis Farmacia Rotolo
  • Orthotecnica A3bis fino al 5 gennaio 2025
  • Farmacia Rotolo Castelvetrano

Quando negli anni '50 il Cantastorie in Piazza Garibaldi intratteneva i suoi ascoltatori

del 2013-12-28

Ignazio De Blasi durante l'esibizione

In foto: Ignazio De Blasi durante l'esibizione

Durante la scomparsa civiltà contadina fra il basso ceto della popolazione l’analfabetismo era quasi totale. Tuttavia esisteva una ricca cultura orale tramandata da padre in figlio. Al diffondersi di questa cultura partecipavano: “il cantastorie, il cuntastorie e il puparo”.  Ma anche i nonni attraverso i loro racconti pieni di significato moralistico trasmettevano la loro cultura orale ai nipotini che ascoltavano con vero interesse. Il cantastorie è un personaggio che sta fra la fantasia e la realtà.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Me lo ricordo intorno agli anni ’50 quando veniva “a lu chianu” (Piazza Garibaldi), salito su una pedana e accompagnandosi con la chitarra, cantava leggende, storie antiche, colme di fascino e di tradizione, storie di paladini, nobili destrieri e dame, eroi e santi, banditi, tragici eventi di sangue e di passione amorosa, storie di mafia e di lotte sindacali, spesso tradotti in versi da lui stesso.

    Quest’artista girovago rappresenta l’erede dei trovatori e giullari, che dalla II metà dell’XI secolo iniziarono a cantare testi letterari in volgare, facenti parte del ciclo cavalleresco delle “chansons del Roland” e delle “schansons de geste”, operando per la gente colta, presso i palazzi dei Sovrani e Signori. Intorno al 1800, ha saputo adattare le opere letterarie al popolo analfabeta, passando a cantare nelle piazze, nei vicoli e nelle taverne.

  • h7 immobiliare catalanotto
  • Il cartellone, in cui erano riprodotte le figure delle fasi salienti della storiella, e la chitarra, erano gli strumenti dei cantastorie siciliani, per rendere più bella e comprensibile la trama. La civiltà del finto benessere, ha rivoluzionato tutta una civiltà millenaria, facendo scomparire queste antiche tradizioni. Per fortuna esistono artisti, come Ignazio De Blasi, "il cantastorie del Belice", per come ama farsi chiamare, che, avendo compreso l’importanza delle nostre radici culturali, hanno mantenuto questo patrimonio di conoscenze colme di fascino e di tradizione.  

    A Castelvetrano dal 14 dicembre al 14 gennaio in Via Cordova 8, Ignazio De Blasi, in un programma: Il sacro nell'arte popolare siciliana organizzato insieme a Eleonora Cammarata, facente parte della Cooperativa Korai Territorio, Sviluppo e Cultura di Palermo e con la collaborazione di Giovanni Gentile, espone alcuni cartelloni di cantastorie da lui dipinti.

    Ogni pomeriggio dalle ore 17,00 alle 20,00, come cantastorie, egli arricchisce la presentazione cantando le sue storie in lingua siciliana, accompagnato al mandolino o chitarra da Giovanni Gentile. I cartelloni esposti sono: “Passioni e morti di lu Signuri – Ninfa Santa Palermitana – Rita la Santa degli impossibili – San Giuseppe – Viaggiu dulurusu – lu iornu e la notti – Picchì…”  

    Contemporaneamente egli espone alcuni pannelli da lui stesso dipinti su legno, rappresentanti San Francesco di Paola, l’Arcangelo Raffaele e Santa Rosalia. Come pittore De Blasi usa colori accesi e luminosi, (rossi blu e giallo) senza ombreggiature e sfumature, alla maniera dei carretti siciliani, perchè rispecchiano la luce viva dell’atmosfera e il calore del sole inclemente siciliano. Anni fa ho avuto occasione di parlare con un pittore del Nord Italia venuto come turista in Sicilia.

    Questi mi raccontava di aver sempre criticato i pittori siciliani per i colori accesi usati nelle loro opere. Arrivando in Sicilia si è ricreduto, perché ha potuto constatare, che l’atmosfera siciliana è pregna di colori accesi e brillanti. Gastone Vuiller, (1846 – 1917) pittore paesaggista francese, Paese dove prevale un’atmosfera cupa, visitando la Sicilia nel 1893 considerava i pittori dei carri siciliani come dei principianti di pittura perché: “egli ignora le mezze tinte”, ebbe a scrivere.

    Il Vuiller non si rendeva conto che la luce della Sicilia, prodotta da un sole abbagliante, stacca a taglio netto la luce dall’ombra, non lasciando spazi alla penombra e a mezze luci (n.d.a.).  Ignazio è un artista completo: da poeta si scrive tutta la storiella in poesia, da bravo pittore si dipinge i cartelloni e, con la sua calda voce canta, alla maniera dei cantastorie, quanto prodotto dalla sua fantasia.

    Ma la sua originalità e la sua vena artistica non hanno limite: egli dipinge e decora anche un autocarro Fiat “Pasini”, sul quale ha riportato una scena della storia dei Paladini di Francia e anche un furgone “Fiorino” che gli serve da pedana per le sue rappresentazioni e una Moto Guzzi “Dingo Tre”, sulla quale è raffigurata “la spedizione dei Mille”. Su una carrozzella che ricorda quella dei vecchi gelatai siciliani, ha dipinto sulle fiancate “La storia dei Vespri Siciliani”. Il Cantastorie del Belice canta e cunta fatti leggendari e fantastici come: “La bedda Agatuzza”, “Scibilia nobili”, “Cola pesce”, “La leggenda del Grifo”, etc., storie medievali, Rinascimentali e Barocche.    

    Con il suo “Teatrino Biliciotu” ha presentato "Lu cuntu di Colapisci", “Spingulidda”, “Canazza”, raccontato dal burattinaio “Mastru Ignaziu lu cuntastorie”. Ignazio De Blasi ha in progetto per il futuro la costruzione del teatro dei Pupi, avvalendosi della collaborazione di altri validi artisti per diffondere e non far perire questa gloriosa tradizione che appartiene a tutti noi, in quanto alla radice della nostra cultura.  

    Le città di Partanna, dove è nato e Castelvetrano, dove vive, non hanno saputo apprezzare a pieno le sue doti artistiche; meriti che invece gli sono stati riconosciuti in varie parti d’Italia e Francia dove ha fatto conoscere le nostre tradizioni. Un antico proverbio siciliano diceva: “Pueti, cantaturi e pinci-santi, sira e matina campanu scuntenti”.

    Vuoi essere aggiornato in tempo reale sulle notizie dalla Valle del Belìce? Clicca “Mi piace” su Castelvetranonews.it o seguici su Twitter