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Alla "scoperta" della vasca selinuntina e della torre di Bigini. Due ricchezze del territorio a rischio

di: Elio Indelicato - del 2020-09-09

Immagine articolo: Alla "scoperta" della vasca selinuntina e della torre di Bigini. Due ricchezze del territorio a rischio

L’importanza della “sorgiva di Bigini” è nota alla stragrande maggioranza dei cittadini della zona e anche ai non appassionati di beni archeologici ed ambientali.

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  • Essa si trova ubicata a circa 6 km a Nord-Est dall’abitato di Castelvetrano: la si raggiunge, preferibilmente, imboccando all’altezza della “Cantina Castelvetrano” sulla sinistra la strada che conduce a Partanna, si procede, dopo aver superato il ponte sul fiume Modione, ancora per circa 3 km con la strada leggermente in costante salita fino a raggiungere un incrocio ed imboccando la strada posta sulla destra (è facilmente individuabile per la presenza di numerosi pozzi di epoca fascista) dopo circa 1 km si raggiunge uno slargo sulla sinistra antistante a ciò che rimane di un complesso monumentale al centro del quale si erge la pericolante torre di Bigini.

    Limitrofa a detta costruzione e nascosta dalla vegetazione si accede con non poche difficoltà alla cosiddetta vasca selinuntina, di forma circolare del diametro di circa 10 metri ed utilizzata dai Selinuntini per raccogliere l’acqua proveniente dalle diverse sorgenti presenti ancora oggi nelle vicinanze ed incanalarla verso la città con una percorso di una dozzina di chilometri: lungo tale percorso è ancora possibile riscontrare alcuni elementi dell’originario acquedotto e ad oltre la metà del percorso si possono notare corposi resti di un sistema di vasche utilizzate per la raccolta delle acque provenienti dalla vasca principale e farle poi proseguire verso la città posta a valle.

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    Va ricordato che l’acqua raccolta nella vasca non era la sola destinata all’approvvigionamento di Selinunte. Essa infatti, raccoglieva l’acqua di una sorgente che si aggiungeva al flusso delle sorgenti già incanalate più sopra integrandone la portata nell’acquedotto.

    I ritrovamenti effettuati durante le varie campagne di scavi effettuate nel secolo scorso hanno acclarato che la zona risulta frequentata dall’uomo sin dai tempi preistorici “con presenza in epoca greca, se non alto classica", periodo che resta da documentare – però ne parla Varvaro Bruno, per lo meno del IV- III secolo a.c., poi in epoca dell’Alto e del Basso Impero, nel periodo paleocristiano, medievale e cinquecentesco, per arrivare alla costruzione del complesso di Torre Bigini stesso (Calcara et al.2010, 172-178); la vasca molto probabilmente è di epoca classica.

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    Le fonti di Bigini e la vasca selinuntina sono state utilizzate dal comune di Castelvetrano fino agli anni ’60 dello  scorso secolo. Nel tempo la vasca ha subito diversi rimaneggiamenti, alcuni dei quali si sono rilevati scellerati, come lo scavo del fondo nell’intento di attingere a maggiore profondità l’acqua della sorgente lì racchiusa.

    La profondità della vasca, che presentava grossi ciotoli sul fondo per depurare l’acqua, in effetti venne quasi raddoppiata ma ebbe come risultato l’esaurimento rapido della sorgente; l’altro deleterio intervento l’ingabbiamento con un solaio in cemento armato della volta in mattoni progettata dal Patricolo e realizzata alla fine del 1800.

    La stagnazione delle acque piovane, ed il degrado della struttura attualmente pressano sulla volta con immanente pericolo di crollo.

    Da qualche tempo alcune associazioni culturali locali, raggruppate in un “Osservatorio” si sono intestati delle iniziative per sollecitare la risoluzione delle problematiche connesse alla salvaguardia del sito: nell’Estate del 2018 su iniziativa in particolare della sezione locale del Club Unesco il sito è stato segnalato come “Luogo del cuore” – iniziativa nazionale del FAI e nel Novembre del 2018, alla presenza del Soprintendente dei BB.CC.AA. di Trapani e del Direttore del parco archeologico,alla fine di un convegno appositamente organizzato, si è ottenuto l’impegno ad apporre il vincolo archeologico, passaggio indispensabile per poter intervenire sul restauro del monumento.

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    Nella Primavera successiva c’è stato un primo sopralluogo da parte del funzionario della Soprintendenza di Trapani.

    E’ di queste settimane la notizia che la Regione ha apposto il vincolo e lo ha comunicato al Comune per la messa in sicurezza del sito. Risale allo scorso Giugno l’ultima manifestazione organizzata dal Circolo Legambiente e dalla condotta Slow Food Castelvetrano e Agro Selinuntino si è svolta una passeggiata esplorativa per conoscere lo stato attuale di conservazione del monumento.

    Guidati dalllo storico Giuseppe Bonanno si è potuto constatare che la situazione appare ancora più drammatica rispetto al precedente sopralluogo: al perdurante stato di completo abbandono del sito si è aggiunto il reale pericolo di un collassamento della copertura stante che numerosi elementi della volta sono sul punto di cedere con conseguente inevitabile crollo della volta.

    Come noto a tutti gli appassionati, la Vasca Selinuntina è limitrofa all’imponente complesso architettonico di Bigini, anch’esso in uno stato di assoluto abbandono, della cui  importanza rivestita nel tempo è testimone la Torre, posta al centro di un fortilizio risalente al XVI secolo, in procinto anch’essa di crollare se non si provvede a porla in sicurezza.

    E’ auspicabile che tutta la zona, di sicuro interesse storico-architettonico, possa essere oggetto di un progetto di recupero per essere inserita a pieno titolo nei siti di interesse archeologico della chora selinuntina di Castelvetrano per gli adempimenti di propria competenza.

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    L’appello della Città, degli storici, del fotografo storico Enzo Napoli è “salviamo la vasca selinuntina” di cui parla lo storico Salinas già nel 1885 in un suo articolo intitolato: Gli acquedotti di Selinunte” ristampato poi dal professore Vincenzo Tusa.

    Il circolo Crimiso dal 2010, riferisce il presidente l’architetto Giuseppe Salluzzo, ha attenzionato la vasca Selinuntina con diverse attività che, attraverso escursioni, convegni e segnalazioni, hanno fatto conoscere lo stato dei danni e di abbandono del complesso di Bigini e della vasca Selinuntina.

    Il 30 maggio 2010, il circolo Crimiso, nell’ambito della terza edizione di Salvalarte Belice, ha organizzato una escursione alla Torre e all’Acquedotto Bigini.

    Nell’occasione di quell’appuntamento oltre a visionare i ruderi della torre Bigini, a rischio crollo dal sisma del 1968, alla presenza della studiosa Martine Fourmont che dopo il Salinas ha studiato i resti della vasca e dell’acquedotto selinuntino, con l’obiettivo di fare conoscere e sottoporre la questione agli organi competenti.

    Il 16 ottobre 2011 il complesso di Bigini viene inserito da Legambiente Sicilia tra i beni da salvaguardare che scompariranno per sempre e viene inserito nella Black List di Legambiente attraverso la campagna di “Sos Heritage”.

    Ancora il 30 ottobre 2016 la cooperativa Silene organizza un’escursione  tra Partanna e Castelvetrano per scoprire angoli poco conosciuti del territorio ricchi di storia e natura: la valle del fiume Modione (l’antico Selìno dei greci) e i suoi tesori. La Torre e l’Acquedotto di Bigini, la pregevole Vasca Selinuntina.

    Nel 2018 l’osservatorio dei Beni culturali costituito da diversi associazioni si attiva all’interno del gruppo di lavoro per segnalare all’assessore Tusa il pericolo di Crollo e chiedere l’apposizione del vincolo di Tutela, ricordiamo anche l’impegno del dottore Nicola Miceli, responsabile del club Unesco Castelvetrano.

    Mimmo Di Bella, componente del direttivo del Circolo Legambiente Crimiso di Castelvetrano. ha seguito tutta la vicenda, che ha portato alla “presa in carico“ da parte del Comune di Castelvetrano della lettera di comunicazione delle scorse settimane dell’apposizione del vincolo da parte della Regione Sicilia per il tramite della Soprintendenza ai BB.CC.AA. sulla “Vasca Selinuntina” con l’invito a provvedere ad effettuare gli improcrastinabili lavori di messa in sicurezza dell’opera con particolare riguardo alla pericolante volta.

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