"Lascio la Lombardia e scelgo il Belice per lavorare. I giovani credano nella Sicilia". Intervista a Francesco Passanante
di: Federico Pier Paolo Indelicato - del 2019-09-23
Si dice che ognuno di noi abbia un sogno nel cassetto. Un obiettivo così grande e ambizioso, la cui paura di non raggiungerlo, ci accompagna ogni giorno. Non perseguire i propri sogni, porta a rimpianti e probabilmente all’infelicità. Se parliamo poi della propria carriera, ritrovarsi a svolgere un lavoro che non piace, non è di certo il massimo delle aspirazioni. In un momento storico, in cui l’esodo delle nostre migliori menti e leve non si ferma e sta spopolando la nostra Sicilia, c’è chi oggi può affermare di aver realizzato il proprio sogno professionale in questa terra, svolgendo una delle professioni del futuro.
Francesco Passanante è un consulente informatico e sviluppatore web, che svolge il suo lavoro da casa. Ha lasciato la Lombardia dove ha vissuto per anni per inseguire il suo sogno di vivere in Sicilia in cui ha trascorso per anni le sue vacanze estive.
Non si è lasciato scoraggiare dalle numerose difficoltà e ha dimostrato anche in famiglia, che il suo sogno non era una chimera. Oggi, è affermato, e si racconta alla redazione di Castelvetranonews, con un messaggio per i giovani: “Cercate di fare qualcosa che vi renda felici, e se potete fatela qui! Credete nel vostro territorio perchè se non ci credete voi allora non ci crederà nessuno e nessuno potrà risollevare il territorio.”
Parlaci di te. Come sei arrivato al mondo dell’informatica?
“Ho 30 anni, classe ’89, sono nato e cresciuto a Bergamo. Mio padre è di Campobello, mia madre è di Santa Ninfa. Conseguito il diploma di perito informatico, ho avuto un percorso lavorativo variopinto. La mia prima esperienza lavorativa, l'ho fatta quando ancora andavo alle medie: ho fatto la comparsa teatrale per uno spettacolo per il teatro Donizetti di Bergamo (era un lavoro a tutti gli effetti con busta paga e tutto), poi ho fatto per una stagione estiva all'età di 14 anni, l'elettricista teatrale sempre presso il teatro Donizetti. Sempre d'estate qualche anno più tardi, ho fatto la maschera di un museo (guardiania) a Bergamo, poi per un paio d'anni ho fatto il fattorino delle pizze,e durante un’altra stagione estiva, ho lavorato come giardiniere presso un vivaio (ancora andavo alle superiori).
Finalmente, è iniziata la mia esperienza nel mondo informatico. Facevo il sistemista presso un negozio di informatica a Bergamo. Successivamente, ho svolto la stessa professione presso un negozio di informatica a Campobello di Mazara, il quale aveva degli appalti con molte scuole del trapanese e spesso mi trovavo tra una scuola e l'altra a fare assistenza tecnica. In seguito, mi sono spostato presso un'altra azienda a S. Ninfa (Pietro Durante srl) dove amministravo la rete IT e dove ho creato il sito aziendale (il mio primo sito, ancora online, totalmente di un altro livello rispetto a ciò che svolgo ora). Da lì, mi sono concentrato sempre nell'informatica inizialmente come sistemista, per arrivare a fare uno stage presso Accenture S.P.A. a Milano.”
Di cosa ti occupavi durante lo stage?
“E’ stato molto stimolante in quanto ero a contatto spesso con AD o CEO dei clienti di Accenture (da Google a Swarovski). Mi occupavo anche di gestire workshop lato IT e del testing di nuove tecnologie (attualmente in uso nel mercato come iBeacons, realtà aumentata, ed altre). Dopo questa esperienza, mi sono proiettato verso la programmazione, che era ciò che avevo sempre desiderato fare sin dall’inizio ma arrivarci senza esperienza era molto difficile, lavorando come apprendista presso Makeitapp.”
Hai mai lavorato come libero professionista?
“Sì, ho aperto partita iva come consulente informatico dopo l’esperienza a Milano. Mi ero creato un giro con qualche azienda cliente tra Bergamo, Milano e Monza. Poi, sono stato inglobato da un cliente che divenne il mio datore, per il quale lavoravo da remoto (da casa) e sviluppavo software web. Dopo un anno e mezzo, ho riaperto la mia partita iva, continuando a sviluppare software web per varie aziende, arrivando all’insegnamento presso un corso online.”
Oggi di cosa ti occupi?
“Attualmente, ho la partita IVA e fornisco consulenza informatica (principalmente ambito web) per varie aziende clienti sparse per l'Italia.”
Ma sei tornato in Sicilia. Preferisci il nord o il sud?
“Qui non era facile intraprendere un percorso da sviluppatore come volevo, malgrado già dopo il diploma avevo deciso nel 2010 di tornare qui. Alla fine però, ho scelto di vivere in Sicilia e lasciare il nord perchè avendo vissuto quasi parallelamente le due realtà, ho sempre notato i lati positivi e negativi di entrambi i posti. Analizzando la situazione, per come sono fatto io, preferisco un ambiente ospitale ad un ambiente funzionale.”
Non credi che i nord Italia offra di più?
“La Sicilia è una bellissima isola, ha una grande varietà di paesaggi e di climi, se non ami il caldo vai in montagna, se ami il mare vai al mare. Stando in Sicilia puoi soddisfare entrambe le esigenze, se vuoi fare vita mondana vai in una città come Palermo o Catania alle quali non manca assolutamente nulla. Se vuoi una via di mezzo ci sono città più a misura d'uomo come Trapani o Siracusa o tante altre. Se vuoi la pace vai in un paese di mare (la nostra zona ne è piena).”
Di contro, dal punto di vista economico, cosa pensi?
“Il prezzo della vita qui è inferiore, la qualità della vita è superiore, l'inverno dura meno (io quando vivevo qui non avevo nemmeno il piumone). Clima a parte parliamo delle persone? Partiamo dal presupposto che, sotto questo punto di vista, tutto il mondo è paese, puoi incontrare la persona sgarbata e maleducata al nord tanto quanto al sud, puoi incontrare l'ignorante al nord tanto quanto al sud, puoi avere un amico che ti delude al nord tanto quanto al sud, ma il calore umano che ti danno al sud non lo puoi avere al nord.”
Eppure, molti abitanti non sembrano apprezzare il nostro territorio
“Spesso nelle nostre zone, fate un errore: confrontate i servizi forniti da un paese di provincia come Castelvetrano o Campobello con i servizi forniti da una città come Bologna, Milano, Torino, Roma, Bergamo, Brescia o altre. E’ un confronto sbagliato. Se andate in un paese distante appena 20km da Bergamo, ad esempio Zogno, che è arroccato su un monte, vi accorgerete che anche lì i palazzi sono trasandati e che non ci sono servizi, è l’Italia a peccare, non la Sicilia... questa frase che sento dire da quando sono piccolo: qui (in Sicilia) non c'è niente è SBAGLIATA. Qui c'è tutto (infatti poi molti dal nord tornano al sud, chissà come mai). Le differenze non sono abissali nei servizi pubblici, la maggiore differenza sta nelle relazioni con le persone che ti circondano e l'apertura mentale e l'ospitalità”
Sei soddisfatto della tua carriera?
“Io non mi reputo fortunato perchè oggi sono qui. Mi reputo fortunato perchè avevo un obiettivo e l'ho raggiunto con le mie forze. Il mio obiettivo ricordo che in famiglia non veniva capito, e spesso mi sentivo scoraggiato, spesso mi sono sentito dire: trovati un vero lavoro (mentre avevo la partita iva e lavoravo da casa). Ad oggi, il mio lavoro sono io e si sposta con me, sono molto contento di ciò, soprattutto perchè ho imparato un lavoro che mi ispirava e mi appassionava sin da piccolo, e l'ho imparato da solo.”
Cosa ti senti di dire ai giovani?
“Inseguite i sogni senza pregiudizi se potete, purtroppo non tutti hanno la fortuna che ho avuto io, c'è chi si ritrova comunque costretto a fare un qualsiasi lavoro solo per potersi mantenere, io comunque una mano (economica) l'ho avuta, specialmente quando vivevo a Milano dove l'affitto di una stanza lo pagavo 475€ (e per Milano non è tanto) e lo stipendio dello stage era di 400€.
Però, chi è meno fortunato inizialmente non si deve arrendere, perchè la realizzazione personale è la più grande soddisfazione che si possa ottenere, per come la vedo io, e purtroppo sappiamo tutti che la maggior parte della nostra vita la passeremo lavorando quindi il consiglio è cercate di fare qualcosa che vi renda felici, e se potete fatela qui! Credete nel vostro territorio perchè se non ci credono i giovani allora non ci crederà nessuno e nessuno potrà risollevare il territorio.”
Una storia quella di Francesco che ci emoziona e ci lascia ben sperare che sia solo l'inizio di un ritorno a casa di quei giovani validi e di buone speranze che potrebbero dare vita ad un nuovo corso di una Sicilia che avrebbe bisogno di merito, competenza e speranza.
Ad maiora Francesco!