A Pantelleria una tre giorni di dibattito su immigrazione e integrazione organizzata dal Movimento Cristiano Lavoratori
del 2018-05-28
In tempi di migrazioni epocali e di globalizzazione incontrollata il rapporto tra Unione Europea e Mediterraneo diventa un elemento cardine per il futuro del nostro continente e non solo. Ma sarà in grado un’UE dalle politiche ondivaghe e assai poco propense alla solidarietà, di guidare il cambiamento?
Se ne sta parlando a Pantelleria, dove da ieri pomeriggio è in corso una tre giorni di dibattito - organizzata dal Movimento Cristiano Lavoratori in collaborazione con Efal, Fondazione Italiana Europa Popolare, ed Eza – sul tema “L’Unione Europea e il Mediterraneo: lavoro, legalità, immigrazione e integrazione”.
“Dal Mediterraneo passa la sfida del futuro democratico del nostro Continente che, stretto tra un ‘populismo identitario e sovranista’ ed una ‘oligarchia tecnocratica’, deve ritrovare la forza delle ragioni dell’economia sociale di mercato”, ha detto il Presidente del MCL, Carlo Costalli, aprendo i lavori del Seminario internazionale.
Non solo: l’on. La Via ha sottolineato come le emergenze climatiche determinate da politiche ambientaliste quasi del tutto assenti, porteranno presumibilmente nei prossimi anni un miliardo di ‘migranti climatici’ sulle nostre coste, costretti a fuggire da aree del pianeta divenute inabitabili per l’uomo.
“Costruire una politica europea unica, un’Europa più solidale e più umana, darsi una politica estera comune è sicuramente il primo passo, ma occorrono risorse ben più ingenti rispetto a quelle che oggi abbiamo: senza risorse non si possono fare politiche solidali che siano davvero incisive”, ha concluso La Via.
Di fronte al nuovo contesto, il prof. Andrea Ruggeri, dell’università di Oxford, si è soffermato sull’interdipendenza esistente fra instabilità politica e migrazioni, esprimendo grande preoccupazione per il futuro: per questo occorre innanzi tutto essere in grado di “mettere in campo politiche lungimiranti, non ancorate solo all'immediato”. C'è inoltre un deficit di politica internazionale da parte dell’UE che rischiamo di pagare anche a caro prezzo, ha notato ancora Ruggeri. Mons. Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo, provando a spostare l’ottica con cui normalmente si legge la questione immigrazione, ha rilevato come “se la Sicilia è da un lato considerata la periferia estrema d’Europa , dall’altro è anche, allo stesso tempo, una testa di ponte, in prima fila tra Africa ed Europa”. Ciò che occorre, ha auspicato il prelato, è “introdurre un ‘nuovo umanesimo mediterraneo'” che si fondi sui valori culturali e religiosi che accomunano le popolazioni dell’area, percorrendo le strade del rispetto e della valorizzazione delle diversità.
È incontestabile che oggi l’area mediterranea stia vivendo un periodo di grandi difficoltà, sia per ragioni militari, sia politiche, sia economiche, sia migratorie – ha continuato Mons. Mogavero - ma questo non ci deve scoraggiare dal percorrere la via del dialogo “che è la vera alternativa alla guerra”. Ai lavori ha preso parte anche Jason Azzopardi, già ministro e parlamentare maltese, il quale ha fatto il punto sulla situazione immigrazione a Malta e sulle reazioni UE.