Chiusura cooperativa per migranti a Triscina. Due assistenti sociali rinviate a giudizio
del 2023-05-03
A distanza di sette anni arriva un decreto di citazione a giudizio davanti al Tribunale di Marsala per due note assistenti sociali di Castelvetrano. “Le imputate - si legge nel campo d’imputazione -, relazionando su disposizione dirigenziale circa le condizioni socio-ambientali della Comunità “Omega” (struttura di primissima accoglienza di Triscina), omettevano di evidenziare nella propria relazione quanto dichiarato dal Presidente della stessa cooperativa e da un assistente sociale della struttura e cioè che, un giorno prima dell’arrivo delle assistenti, la comunità era stata oggetto di atti vandalici da parte degli stessi ospiti.”
Si era trattato di un ammutinamento, o quasi, di venti giovani minori extracomunitari che erano ospiti della struttura, sita allora a Triscina nella via 76. I più violenti avevano sprangato la porta d’ingresso con reti e biciclette per impedire l’accesso al personale.
Motivi della rivolta il fatto che alcuni ospiti della struttura lamentavano un eccessivo freddo e scaldabagni non accesi, anche se la casa era dotata di impianto di climatizzazione e cinque bagni.
Nell’immediatezza fecero un sopralluogo anche Carabinieri, Vigili Urbani, degli assistenti e il Responsabile dell’ufficio Patrimonio. La “rivolta” sarebbe partita solo da alcuni dei ragazzi. I giovani danneggiarono alcune porte e distrussero dei suppellettili.
“Le relazioni sullo stato dei luoghi, anche da parte delle Assistenti Sociali alla Regione, portarono alla diffida del ripristino dello stato dei luoghi, prima e alla revoca della concessione della attività di prima accoglienza con grave danno per gli impiegati licenziati, che comunque, furono - dice la Presidente della cooperativa - tutti pagati”.
La Presidente ha sostenuto, inoltre, che: “se fosse stato evidenziato nelle relazione che le criticità della struttura erano state causate da atti vandalici del giorno prima, probabilmente la cooperativa non avrebbe chiuso i battenti e poteva magari attingere a dei fondi per riqualificare l’immobile”.