Maxi sequestro di beni ai danni della Famiglia Adamo. Provvedimento disposto dalla DIA
del 2017-02-03
(ph. Foto: latina24ore.it)
Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Trapani hanno notificato un decreto di sequestro di beni per 5 milioni di euro agli imprenditori Marco Giovanni Adamo, 71enne e Enrico Maria Adamo, 42enne, padre e figlio, originari di Castelvetrano. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta avanzata dal Direttore della Dia, Nunzio Antonio Ferla, d’intesa con il Procuratore Aggiunto Bernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione” della D.D.A. di Palermo.
Marco Giovanni Adamo, imprenditore molto attivo nel settore del movimento terra, con le proprie aziende, è stato impegnato in grandi opere pubbliche e private, che hanno interessato le provincie di Trapani e Agrigento, come ad esempio le condotte idriche per la distribuzione irrigua delle acque invasate nella diga Delia di Castelvetrano, il metanodotto tra Menfi (AG) e Mazara del Vallo e l’Acquedotto Montescuro Ovest, tra le province di Palermo, Agrigento e Trapani.
Sono sequestrati beni per 5 milioni di euro a due imprenditori considerati vicini a Matteo Messina Denaro. Si tratta di Marco Giovanni Adamo, di 71 anni, e del figlio Enrico Maria, 42 anni.
E’ stato disposto il sequestro dell’intero patrimonio comprendente appartamenti, terreni, conti bancari, automezzi, un’imbarcazione da diporto e tre aziende. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta avanzata dal Direttore della Dia, d’intesa con il Procuratore aggiunto Bernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione” della Dda di Palermo.
Adamo padre è un imprenditore impegnato in grandi opere pubbliche e private, che hanno interessato le provincie di Trapani e Agrigento, come ad esempio le condotte idriche per la distribuzione irrigua delle acque invasate nella diga Delia di Castelvetrano, il metanodotto tra Menfi e Mazara del Vallo e l’Acquedotto Montescuro Ovest.
Secondo le risultanze giudiziarie degli ultimi decenni Giovanni Adamo si sarebbe "sbarazzato" delle imprese concorrenti con metodi mafiosi, potendo contare sull’appoggio del sodalizio criminale con Matteo Messina Denaro, con cui avrebbe avuto rapporti sin dall’infanzia.
Infatti, questo avrebbe consentito l’infiltrazione delle imprese di Lorenzo Cimarosa all’epoca considerato referente imprenditoriale di cosa nostra, nei lavori per la realizzazione del centro comunale polifunzionale di Castelvetrano, formalmente aggiudicati da una impresa ragusana, poi colpita da provvedimento interdittivo della prefettura di Trapani.
Fonte: Giornale di Sicilia