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Sei lavoratori licenziati dal Vanico a luglio. Il Giudice: "Illegittimo. Vanno riassunti".

del 2014-04-01

Gli Avvocati Maria Italia e John Li Causi

In foto: Gli Avvocati Maria Italia e John Li Causi

Dovranno essere riassunti sei lavoratori del Vanico di Castelvetrano che erano stati licenziati lo scorso luglio su procedura di licenziamento collettivo iniziata dalla stessa società nel mese di maggio. I lavoratori che dovranno essere reintegrati sono: Francesca Sacco, Manuela Errante, Gaspare Reina, Daniela Diliberto e Pietro Polizzi tutti massofisioterapisti e Giuseppe Marino Domino fisioterapista.

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  • Lo ha stabilito un’ordinanza del Giudice del Lavoro del Tribunale di Marsala, dott.ssa Caterina Greco, che ha disposto l’immediata reintegra dei lavoratori licenziati e il pagamento in favore di ciascuno di essi delle retribuzioni pregresse oltre al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento fino a quello dell’effettiva reintegra e al pagamento delle spese processuali. 

    I sei lavoratori, 5 massofisioterapisti e un fisioterapista, tutti iscritti alla CGIL di Castelvetrano, sono stati assistiti dagli Avvocati John Li Causi e Maria Italia, i quali hanno fatto rilevare nel loro ricorso l’illegittimità del licenziamento collettivo soprattutto in riferimento alla violazione dei criteri di scelta dei lavoratori in esubero.  

    Il Vanico, secondo quanto  riferisce l’avvocato John Li Causi ” aveva giustificato il licenziamento collettivo, motivandolo con la riduzione del budget erogato oggi dall’Asp, che aveva in effetti portato ad una contrazione degli introiti".  Il Giudice, continua l’avvocato Maria Italia “ ha, su documentazione agli atti del processo, rilevato da un lato una diminuzione del budget ma anche un aumento delle prestazioni o quanto meno del loro valore economico rendendo incoerente la scelta di circoscrivere i licenziamenti al reparto maggiormente produttivo ossia a quello dove vengono concretamente eseguite le prestazioni sanitarie di fisiokinesiterapia.” 

    Secondo il Giudice, quindi, l’esigenza di riduzione del personale derivava non da un esubero dei lavoratori per diminuizione delle prestazioni sanitarie richieste, bensì da una necessità di ridurre i costi di gestione e in questo caso sarebbe stato necessario fare una valutazione riguardante l’intero complesso aziendale.

    La procedura di licenziamento collettivo, dunque, avrebbe dovuto interessare tutti i reparti e non soltanto (o quasi) i dipendenti di fisiokinesiterapia.

    La procedura di licenziamento collettivo aveva riguardato 18 unità lavorative, 13 lavoratori del reparto di fisiokinesiterapia, due operai manutentori, un giardiniere, una puliziera e una psicologa. Era stato salvaguardato invece il personale del reparto amministrativo.

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