Corona virus e percezione del rischio tra ansie e conseguenze sociali
di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2020-03-10
Quando parliamo di percezione del rischio, parliamo di un fenomeno molto complesso che si sviluppa sulla base del vissuto e delle credenze delle persone. Proprio perché si basa su una valutazione soggettiva, questo porta a sovrastimare o sottovalutare un determinato fenomeno.
Basta pensare ad esempio che la maggior parte delle persone nonostante sia consapevole del fatto che viaggiare in aereo sia più sicuro che guidare l’auto, continua ad avere più paura di prendere il volo.
Ci si chiede spesso in questi giorni come sia possibile che la diffusione del Coronavirus stia destando molta più preoccupazione e terrore rispetto al cambiamento climatico che minaccia il nostro pianeta.
Cosa influenza le nostre dinamiche psicologiche tale da indurci a percepire un evento meno destabilizzante dell’altro nonostante l’evidenza scientifica dimostri il contrario?
Il tempo, lo spazio e le conseguenze sociali.
L’epidemia del Coronavirus si muove su una scala temporale breve che richiama i tempi della nostra attenzione (cioè il soggetto tende a vivere questo fenomeno nell’immediato, ne avverte la presenza nel qui e ora e quindi lo percepisce come più minaccioso). Il cambiamento climatico invece, si muove su una scala temporale molto più lunga dandoci l’idea che ci sia sempre tempo per risolvere il problema e che quindi non ci riguarda adesso.
Per quanto riguarda gli spazi, il virus trova una sua collocazione quasi visibile ai nostri occhi: città, ospedali, hotel o navi in quarantena. Il cambiamento climatico invece non sempre trova una precisa collocazione e questo lo fa apparire ai nostri occhi come un problema quasi fatiscente.
Le conseguenze della diffusione del virus, conducono ad uno sforzo nell’immediato, delle limitazioni a breve termine (indossare la mascherina, evitare le zone affollate, rimandare viaggi e partenze ecc.). I danni causati dal cambiamento climatico invece, richiedono sicuramente dei cambiamenti sullo stile di vita di ognuno di noi non indifferenti e quindi il soggetto continua a sperare che siano sempre gli altri a fare qualcosa per il pianeta rimanendo quasi del tutto impassibile di fronte alla drammaticità della situazione.
Dott.ssa Fabrizia Modica