La sindrome da "burnout" sempre più diffusa nelle professioni mediche. Cause e sintomi di una patologia in aumento
di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2018-02-25
Prima di scendere nel dettaglio della sindrome sulla professione infermieristica, chiariamo cosa si intende per “Burnout”. Il Burnout è una sindrome caratterizzata da:
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esaurimento emotivo (calo di energia e risorse);
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depersonalizzazione (sentimenti e sensazioni negative, insensibilità e mancanza di compassione ed empatia);
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mancanza di realizzazione personale (valutazione negativa del proprio lavoro, bassa autostima e poca fiducia nelle proprie competenze).
Ad esserne colpite sono principalmente le professioni d’aiuto. In questo articolo approfondiremo la professione infermieristica.
Negli infermieri risultano livelli più elevati di burnout, rispetto ad altri professionisti della salute, correlati al contatto diretto prolungato, con rischio di coinvolgimento emotivo, e a bassi livelli di soddisfazione sul lavoro (Engelbrecht et al., 2008; Chopra et al., 2004).
Solitamente si tende a prendere in considerazione l’influenza della caratteristiche personali come fattori di rischio piuttosto che prendere in considerazione le caratteristiche del proprio ambiente di lavoro. Le caratteristiche personali (ad es. l’età superiore ai 30/40 anni, nubilato/celibato, livello culturale elevato), hanno sicuramente una loro valenza ma, non sono queste a determinare la sindrome.
Alcuni studi hanno dimostrato una incidenza maggiore all’interno di quelle strutture che ospitano reparti come oncologia, psichiatria, malattie infettive, rianimazione e pronto soccorso.
Vediamo nel dettaglio cosa c’è alla base della sindrome del burnout nella professione infermieristica:
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Coinvolgimento emotivo. Spesso tra l’infermiere ed il paziente si crea una relazione empatica che può rivelarsi un’arma a doppio taglio per l’infermiere. Perché un eventuale fallimento della cura verrà percepito come fallimento personale.
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Insoddisfazione lavorativa. L’ eccessivo carico di lavoro che toglie tempo ai rapporti interpersonali fa aumentare il livello di insoddisfazione degli infermieri.
È necessario quindi rendersi conto in tempo della comparsa dei sintomi di tale sindrome per evitare l’insorgenza di processi di decadenza psicofisica dovuti alla mancanza di energia e della capacità di reggere lo stress quotidiano.