L'incubo dei ladri in casa. Sparare per difesa è eccesso di legittima difesa?
di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2017-03-14
Succede pochi giorni fa a Casaletto Lodigiano, Mario Cattaneo di anni 67, fa fuoco con il suo fucile da caccia verso i malviventi che avevano preso di mira il suo ristorante. Il titolare dell’Osteria degli amis, riesce a colpire uno dei malviventi alla schiena provocandone la morte e adesso è indagato per omicidio volontario.
Ritorna ancora una volta così il tema riguardante la “legge sulla legittima difesa” sollevato anche sui social da Matteo Salvini : “Mario, uomo onesto di 67 anni che non merita un processo ma di vivere tranquillo, avrà tutto il sostegno mio e della Lega. #iosonoMario”.
Ma allontanandoci da cosa sia giusto o sbagliato cerchiamo di focalizzare la nostra attenzione sugli aspetti che riguardano ciò che scaturisce nella mente di chi si trova nella posizione di dovere difendere qualcosa che gli appartiene.
Sicuramente tra le variabili da prendere in considerazione rientrano: la predisposizione mentale, le caratteristiche personali, la capacità di autocontrollo e di autogestione, la consapevolezza e la capacità di maneggiare un’arma.
Un’altra variabile importante ha a che fare con la percezione del rischio: i segnali di pericolo infatti, che percepiamo sotto forma di stimoli visivi e uditivi (come ad esempio la vista di un aggressore armato), arrivano immediatamente a particolari strutture del cervello, il sistema limbico e in particolare l’amigdala, preposte alla risposta emozionale veloce (come appunto un’emergenza) attivando così nel soggetto, colto da un’improvvisa paura, un’istantanea reazione d’allarme (body alarm reaction).
Essa è caratterizzata da una generale condizione sensoriale di reattività e ipervigilanza e da una serie di importanti modificazioni a carico della funzione cognitiva, motoria e neurovegetativa che preparano tempestivamente il corpo per l’attacco o la fuga. Ad incrementare ulteriormente la criticità dell’evento difensivo possono intervenire poi una pluralità di distorsioni percettive e sensoriali, anch’esse tipiche degli stati di massima attivazione da paura.