"Finalmente gay e lesbiche esistono". Tra favorevoli e contrari è arrivata una dimostrazione di civilità
del 2016-05-19
(ph. milano.blogosfere.it)
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di un nostro lettore, Pietro La Rosa, sulla conquista dei diritti civili di gay e lesbiche nel nostro paese, forse ancora solo sulla carta e non di fatto, complice il radicamento dell'interpretazione di aspetti religiosi e la fatica della politica nel riconoscere una 'libertà' tra propaganda e bigottismo.
"Caro Direttore
“Finalmente gay e lesbiche esistono”, ho letto da qualche parte sul Web e questo titolo mi ha toccato. Ironico e forte è stato capace di dire tutta l’inciviltà che abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questo paese.
Da sempre ho avuto difficoltà di fronte alle diatribe in merito all’approvazione di una legge volta alla tutela dei diritti civili di una vasta porzione di cittadini italiani. Per me l’approvazione o la tutela di un diritto civile è sempre stato un assioma. Ma sono viziato, io.
Penso ancora che la politica non debba essere altro che lo strumento per la tutela della vita dei cittadini di una nazione. Ancora sono convinto dell’elevato senso di dovere che ogni politico dovrebbe sentire di fronte al compito che viene chiamato a svolgere.
Resto ancora illuso che di fronte al bene della collettività si debbano mettere da parte le proprie convinzioni religiose. Insomma, son vecchio. Finalmente esistono i gay e le lesbiche, ed esistono anche le persone che scelgono di costruire insieme una vita, una famiglia.
Purtroppo continua a esistere la nostra Italia fatta di nulla, di gente che parla per slogan, di persone intossicate dalle storture di una religione che probabilmente nemmeno conoscono, che non hanno studiato, alla quale non riescono a pensare se non per stereotipi o preghierine ripetute come fossero cantilenanti scioglilingua.
Purtroppo la politica italiana continua ad essere qualcosa che con la politica non c’entra nulla. Quindi, sebbene la candidata sindaco di Roma abbia votato in Parlamento il decreto Cirinnà, oggi per raggranellare qualche spicciolo di voti dichiara che lei celebrerà. Mentre l’altro illuminato, quello della politica della ruspa, invita i sindaci alla disobbedienza.
Perché probabilmente la legge nemmeno l’hanno letta. Si usa così nella nuova politica: dire cavolate propagandistiche sempre, come se fossimo perennemente in campagna elettorale, così che tutto si trasformi in una grottesca partita di pallone, e non sia mai qualcosa di troppo urgente per un popolo affamato di pane e civiltà.
Poi c’è la chiesa, signora e padrona di questo stato laico. E ci sono i preti; quelli “social” che operano nel Web, che predicano che catechizzano, e che nell’immediatezza del rigurgito di civiltà che un piccolo sospiro ha regalato a tutti, profetizzavano: “Poveri i nostri bambini, povere le nostre famiglie. Invochiamo la SS Maria Vergine.”
Già, che brutto quel SS … che quand’ero piccolo leggevo sempre come strada statale, magari per proteggermi un po’. Poi c’è lui, il burattino dei burattini che riscuote il suo successo: “Riconosciamo a Renzi il merito di aver fatto approvare questa legge.” E no. Io qua non concordo.
Posso solo riconoscere a lui come agli altri l’ignobile uso che fa della politica, che con la sua faccia poco furba esulta: “Ha vinto l’amore!”
Idiota, era solo una questione di civiltà, la libertà di essere solo e semplicemente persone." ᐧ