"Si può lavorare anche dopo i 65 anni ma non donare il sangue. Perchè?"
del 2016-12-03
Ventitré anni fa mio figlio Daniele compì diciotto anni. Raggiunta la maggiore età e potendo da quel momento gestire la sua vita senza dipendere dagli altri, volle diventare donatore di sangue.
Allora abitavamo a Partanna e quando mi chiese d’accompagnarlo al primo posto di raccolta di sangue ci recammo in piazza Garibaldi, dove la locale sezione dell’AVIS aveva sistemato un furgone attrezzato per questo tipo di servizio.
Mentre mio figlio donava il sangue, provai una profonda vergogna: quel ragazzo mi stava dando una lezione di vita, di cultura e d’umanità che evidentemente non avevo ancora maturato anche se c’era una generazione che ci divideva. Quando mio figlio uscì da quella postazione mobile, vi entrai anch’io e feci la mia prima donazione. Da allora dono regolarmente il mio sangue all’AVIS.
Nei due anni e mezzo che abito a Civitavecchia non l’avevo ancora fatto e senza un motivo preciso. Così l’altra mattina mi sono presentato al quarto piano del locale ospedale per fare la mia brava donazione. Durante le fasi del prelievo è abitudine parlare fra noi donatori con gli infermieri che materialmente operano il salasso.
Fra una discussione e l’altra è saltato fuori che si può donare il sangue fino all’età di sessantacinque anni. A quel punto, considerato che non sono lontano da quella data, chiesi: “Perché?”.
La risposta è stata: “Il Ministero della Salute ha stabilito che dopo quell’età si presuppone che il corpo non abbia più quelle caratteristiche, quell’energia sufficiente per continuare questo tipo d’attività di volontariato.”
A quel punto la domanda credo che sorga spontanea: come può lo Stato, attraverso un suo Ministero, stabilire per legge che dopo sessantacinque anni si perde il diritto di fare determinate cose a causa di un naturale processo di carenza strutturale corporea, mentre sempre lo stesso Stato, attraverso i suoi Ministeri del Lavoro, della Pubblica Amministrazione e della Funzione Pubblica, stabilisce che una persona può benissimo essere nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro, anche usurante, fino a un’età ben lontana da quell’imposta per legge? Contraddizione od ossimoro di Stato?