Alla scoperta del "Reiki" e della pranoterapia. Se la migliore medicina per l’umanità è l’uomo stesso
del 2018-04-23
Conduciamo la nostra esistenza utilizzando stili e abitudini che riguardano anche la sfera culturale, spirituale o ideologico-religiosa. Fra le diverse forme di cure alternative non è da sottovalutare il Reiki, che rappresenta una di quelle pratiche alle quali la scienza tradizionale non da l’importanza che forse meriterebbe.
Il Reiki è una forma terapeutica alternativa, non riconosciuta dalla medicina ufficiale, tendente a curare malesseri fisici, mentali, emozionali e spirituali. Ufficialmente non esiste alcuna prova che l’applicazione del metodo Reiki possa essere efficace o dannosa per la cura di questo tipo di patologie, quindi non è consigliabile utilizzarla sostituendola alle terapie tradizionali.
La tecnica, analoga a quella della pranoterapia, un’altra branca della medicina alternativa, è quella dell’imposizione delle mani attraverso la quale sono canalizzate delle energie naturali, come il magnetismo, definite, dai praticanti, energie vitali universali dalle quali il nome Reiki prende origine: Rei “spirituale” e Ki (in cinese qi) “energia” o “forza vitale”.
Il Rei (che alcuni chiamano anche "fluido" e altri "forza"), è un'energia intelligente che rende la diagnosi d’un male non necessaria. Essa, provenendo dall'universo è inesauribile, ed entra nel praticante attraverso un chakra, un cerchio mistico, per poi defluire (scorrere), attraverso le sue mani (channelizer è colui che canalizza l'energia Reiki e receiver è colui che riceve il trattamento), sul paziente. Paziente che può essere anche lo stesso reikista. Dal punto di vista olistico col Reiki si può affermare che la malattia, in qualsiasi forma si presenti, non è altro che la manifestazione sul piano fisico d’uno squilibrio energetico.
Secondo questa visione, alimentazione, eventi atmosferici, incidenti, situazioni ambientali o traumi, danno origine a dei blocchi energetici che potrebbero causare delle vere e proprie malattie. Il Reiki ha come scopo quello di rimuovere questi blocchi, ristabilendo il flusso e l'armoniosa interazione fra il corpo e la mente.
Il conflitto nasce sempre nella psiche dell'individuo. Quando l'energia vitale non fluisce regolarmente all'interno del corpo umano, seguendone il giusto ritmo, si forma quello squilibrio energetico già citato. La funzione principale del Reiki è di ristabilire questo equilibrio e di permettere alla felicità, alla salute e alla vitalità di manifestarsi liberamente.
L’emozioni positive quali l'appagamento personale, l'amore, il buon umore che produce felicità e la tranquillità sono qualità energetiche molto pure e quando si provano generano energia positiva. L’emozioni negative quali l'avversione, l'avidità, la bramosia, l'invidia, la paura, la preoccupazione, la rabbia e il terrore sono energie molto dense e pesanti che richiedono grandi quantitativi d’energia e di lavoro per circolare e sostenersi. Esse tendono a infettare le altre persone con cui sono in contatto e dove il Reiki agisce.
Si comincia ristabilendo la pace e l'equilibrio nella mente e nel corpo e, raggiungendo la "guarigione spirituale", anche il corpo n’avrà beneficio. Per la verità c’è chi sostiene che ci troviamo di fronte a un vero e proprio caso d’effetto placebo, terapia o sostanza priva di principi attivi specifici, ma ch’è somministrata come s’avesse veramente proprietà curative o farmacologiche. Lo stato di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento, può migliorare solo a condizione ch’egli riponga fiducia in tale sostanza o terapia.
Il fondatore del Reiki, d’origini orientali, è stato Mikao Usui, nato in Giappone nel 1865, mentre la pranoterapia si è sviluppata maggiormente negli anni ’80. A onor del vero, fu il medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann che per primo, nell’anno 1806, pubblicò “La medicina dell'esperienza”, che conteneva già le idee fondamentali dell'omeopatia, una medicina allopatica (diversa), che si fonda sull’utilizzo di principi farmacologici o azioni curative contrarie a quelle che hanno provocato la malattia.
La pranoterapia si differenzia dalla similare pratica del Reiki, di là dalla terminologia utilizzata (prana - "respiro o soffio o energia vitale" - e ki “energia interna del corpo umano”, sono concetti paragonabili), poiché nella pranoterapia si presuppone un passaggio di prana tra il corpo dell'operatore e il corpo del paziente, mentre nel Reiki l'operatore è considerato un mezzo per il presupposto passaggio di Rei. Quest'ipotesi, anch'essa priva di riscontri oggettivi, si basa sull'assunto che ogni cosa nell'universo sia costituita d’una particolare forma d’energia e che anche l'uomo sarebbe il prodotto di campi energetici.
Il pranoterapeuta e il reikista (stessa cosa, ma molto più "cool"), non sono altro che delle persone dotate d’una potente energia, superiore alla media, e d’uno spirito capace d’ascoltare nel profondo: in concreto degl’individui che riescono a gestire la propria aura traendone benessere per sé e per gli altri. Mi sembra giusto rilevare che un bravo pranoterapeuta parte dal principio che la migliore medicina per l’umanità sia l’uomo stesso.
È evidente che bisogna saper distinguere i professionisti “onesti”, che pur non guarendo dalle malattie si limitano a offrire un senso di benessere ai loro assistiti, da quelli “disonesti” o “ciarlatani” ch’asseriscono di poter guarire qualsiasi malattia fisica o psichica solo con l’imposizione delle mani.