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Alla scoperta della “Pareidolia” tra illusioni, subcoscienza e immaginazione

del 2018-11-18

Immagine articolo: Alla scoperta della “Pareidolia” tra illusioni, subcoscienza e immaginazione

I nostri smartphone sono quotidianamente tempestati da centinaia di sms con frasi, video, foto e quant’altro di curioso o scandaloso, sciocco, inutile, superfluo o interessante. In questi giorni me n’è giunto uno raffigurante tre animali, un cane, un coniglio e un gattino, che ha suscitato il mio interesse e che mi ha ispirato a scrivere quest’articolo.

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  • Concentrando maggiormente il mio sguardo, mi sono accorto che le tre figure che credevo di vedere non erano altro che le sagome che s’erano casualmente formate da un tenero abbraccio fra una mamma, la sua creatura e il papà della stessa.

    L’illusione subcosciente tendente a vedere delle figure, delle forme, degli oggetti, dei profili riconoscibili nelle strutture amorfe che ci circondano è un fenomeno ampiamente diffuso che prende il nome di pareidolia.

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  • Il caso più comune è quello di particolari forme assunte dalle nuvole. Chi non ha mai pronunciato la famosa frase “Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle”, dalla quale ha tratto spunto anche l’attore comico e regista pugliese Checco Zalone per il suo film “Sole a catinelle”.

    In pratica, quando le nubi si dispongono in cielo come a formare tanti batuffoli di cotone o la sagoma d’un gregge di pecore da farle sembrare delle vere e proprie opere d’arte di vapore acqueo, molto probabilmente da lì a poco pioverà a dirotto. Sappiamo che è solo un effetto ottico, ma il fenomeno è oggetto di studio.

    Possiamo definire la pareidolia come: “Un processo psichico consistente nell’elaborazione fantastica di percezioni reali incomplete, non spiegabile con sentimenti o processi associativi, che porta a immagini illusorie dotate di una nitidezza materiale”. Un’altra definizione è: “La tendenza istintiva e automatica a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani”.

    Lo stesso dicasi per l’apofenia: “Un'immotivata visione di connessioni accompagnata da un’anormale significatività. La percezione spontanea di connessioni significative tra fenomeni che non hanno alcuna relazione tra loro”.

    Sulla base di questo principio si basa anche il test elaborato dal noto psichiatra svizzero Hermann Rorschach. Le tavole da lui disegnate sono utilizzate da tutti gli psichiatri e gli psicologi del mondo. In esse l’osservatore deve comunicare quali immagini identifica in dieci macchie d’inchiostro disegnate in maniera simmetrica.

    In base a ciò ch’egli riconoscerà in ogni macchia, lo specialista potrà decifrare alcuni caratteri peculiari della personalità del suo paziente. Non è solo il senso visivo interessato al fenomeno, ma anche quello uditivo. Può succedere ascoltando, ad esempio, un disco che gira al contrario, di percepire delle frasi in quelli che dovrebbero essere soltanto dei rumori. Anche questo fenomeno è da imputare a quella che può essere definita “pareidolia acustica” o “illusione uditiva”.

    Persino il grande Leonardo da Vinci ebbe a descrivere la pareidolia in un suo trattato sulla pittura: “E questo è: se tu riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie o pietre di vari misti, se arai a inventionare qualche sito, potrai lì vedere similitudine de’ diversi paesi, ornati di montagnie, fiumi, sassi, albori, pianure, grandi valli e colli in diversi modi; ancora vi potrai vedere diverse battaglie e atti pronti di figure, strane arie di volti e abiti e infinite cose, le quali tu potrai ridurre in integra e bona forma. E interviene in simili muri e misti come del sono di campane, che ne’ loro tocchi vi troverai ogni nome e vocabulo che tu imaginerai”.

    Sulla pareidolia il noto pittore milanese del cinquecento, Giuseppe Arcimboldo, ha basato tutta la sua arte. Egli ha realizzato i suoi quadri utilizzando prodotti ortofrutticoli, libri, pesci e oggetti in genere. Collegando i vari elementi ha dato la sensazione d’intravedere dei volti umani trattati in maniera burlesca.

    Un altro pittore, a noi più recente, è stato il celeberrimo Salvador Dalí, scomparso nel 1989, la cui genialità contorta e le cui illusioni ottiche utilizzate nei suoi dipinti, sono tali da considerare Dalì un vero maestro della pareidolia.

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