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Giovani e lavoro, il casellante autostradale mestiere noioso ma ben retribuito. Perchè non farci un pensierino?

del 2017-12-13

In foto: Mario Porfito e Pietro Pignatelli in "Il sogno nel casello"

I giovani d’oggi sono alla continua e frenetica ricerca d’un impiego pubblico, più di quanto lo è stata la mia generazione del “Cu joca cu lu governu un perdi mai” o “Tira lu carrinu e tira lu cuntinu” che mio padre, ma credo anche tutti gli altri papà italiani, mi martellava quotidianamente nella testa.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • La prima tradotta dice che “chi gioca col governo non perde mai”, nel senso che un posto statale è la cosa che può dare maggiori garanzie per il futuro. L’altra significa che è meglio guadagnare poco (lu carrinu a quell’epoca era la moneta più piccola, il centesimo d’euro d’oggi), ma avere la certezza di guadagnarlo per sempre.

    In effetti, l’impiego statale a molti di noi non ha consentito di vivere una vita agiata, ma ci ha permesso d’essere autosufficienti e di riuscire a garantire ai nostri figli il necessario per potersi inserire degnamente nella società civile.

    Oggi il posto statale è diventato quasi un miraggio; ai vari concorsi nazionali si presentano in decine di migliaia, anche se alla fine saranno soltanto pochissimi i fortunati che andranno a ricoprire quei posti messi a disposizione dai vari Ministeri. Qualcuno tenta altre strade, ma sempre nell’intento di guadagnarsi un posto sicuro anche in amministrazioni private o parastatali.

    Un lavoro che mi permetto sommessamente di segnalare a tanti giovani alla ricerca di prima occupazione, è quello del casellante o esattore ausiliario. Mestiere non preso molto in considerazione, ma che potrebbe rivelarsi redditizio. Sono quelle persone anonime, silenti, quasi invisibili che allungano la mano da una piccola finestra, dove andiamo a riporre il pagamento del costo del tratto d’autostrada che abbiamo appena coperto, il pedaggio autostradale.

    Se siamo in vena le salutiamo educatamente pronunciando “Bongiorno” e loro probabilmente ci rispondono, ma tutto finisce in quel saluto di circostanza. Personalmente, se ho del tempo a disposizione e mi trovo davanti a una bella signora o signorina che sia, dico qualche battuta a volte stupida alla quale spero di ricevere una risposta magari altrettanto stupida, l’importante che mi è rivolta col sorriso sulle labbra.

    Mi dispiace quando m’accorgo che la finestra del casello autostradale è chiusa ed è una voce anonima a dirmi “Riporre il denaro nell’apposito contenitore”, la cassa automatica, seguito da un “Arrivederci” dopo che automaticamente l’asta s’è alzata permettendomi di passare.

    Per fare il casellante basta mandare un curriculum all’ente che gestisce le assunzioni per conto delle società interessate. Se si è chiamati, dopo un colloquio di presentazione, si dovrà frequentare un corso di dieci giorni per imparare i sistemi di pagamento e, dopo un periodo di prova, il posto da determinato si trasformerà in indeterminato.

    Nel curriculum si devono specificare le eventuali precedenti esperienze lavorative, il probabile possesso d’una o più categorie di patente, la buona o discreta conoscenza delle lingue straniere e quant’altro d’utile per un riconoscimento positivo della domanda. Domanda che può essere compilata anche online entrando nell'home page della società “Autostrade Italiane”.

    Il lavoro del casellante potrebbe apparire noioso, ma considerando che la busta paga è abbastanza sostanziosa si può accettare senza remore. In effetti, la giornata lavorativa dell’esattore si svolge nello stretto spazio d’un paio di metri quadrati, davanti a un computer e sempre pronto a porgere la mano per raccogliere le monete per l’esazione del pedaggio. Molti autisti, comunque, per evitare snervanti lunghissime code, preferiscono utilizzare il passaggio più rapido garantito dal “Telepass”.

    Chi deve effettuare il servizio notturno, quando è più facile che possano succedere degli episodi spiacevoli con automobilisti prepotenti, il casellante può utilizzare un pulsante che lo mette in contatto con la centrale operativa delle forze dell’ordine che immediatamente mandano la più vicina autocivetta della Polizia o dei Carabinieri di turno. Di fronte ai normali bisogni corporali o d’altra natura, c’è sempre un collega pronto a sostituire chi deve assentarsi anche per una sola pausa.

    Come già detto, non sempre gli automobilisti passano, pagano e vanno via. A volte s’intrattengono, mentre si compiono le operazioni di resto, brevi conversazioni con battute più o meno gradevoli, che in qualche modo spezzano la monotona giornata dell’addetto al casello autostradale. Qualcuno, fra una battuta e l’altra, è anche riuscito a trovare l’anima gemella e sposarsela o maritarselo secondo dei casi.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025