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Ricordando “Tex Willer” nel settantesimo anno dalla pubblicazione del primo episodio

del 2018-10-10

Immagine articolo: Ricordando “Tex Willer” nel settantesimo anno dalla pubblicazione del primo episodio

Negli anni della gioventù, sia a me sia ai miei amici piaceva molto leggere le avventure di personaggi quali: “Tex Willer”, “Zagor”, “Capitan Miki” e altri. Di “Tex Willer”, proprio quest’anno, si festeggiano i settant’anni dalla pubblicazione del primo episodio, mentre per quanto riguarda “Zagor” (Za-gor-te-nay “Lo spirito con la scure”), uno dei più famosi tarzanidi italiani, nasce nell’anno 1961 dalla penna di Sergio Bonelli (anche lui creatore di Tex) che si firmava con lo pseudonimo di Guido Nolitta.

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  • Per la realizzazione grafica del progetto s’interessò Gallieno Ferri. La prima serie di “Zagor” fu stampata in formato a strisce. Solo quattro anni dopo acquisì il formato classico che ancora oggi, con più di seicento volumi pubblicati e numerose ristampe, risulta essere uno dei fumetti più seguiti dai tanti estimatori, insieme a “Tex Willer” e "Dylan Dog".

    Zagor”, il cui vero nome è Patrick Wilding, si batte per mantenere la pace nei territori assegnati agli indiani e intende proteggere le varie tribù dando la caccia ai criminali. Altri collaboratori, nel frattempo, sono stati assunti da “Sergio Bonelli Editore” di Milano, per contribuire alla realizzazione delle tavole dei disegni delle varie vignette. Fra questi Giuseppe Vito Nuccio, chiamato Joe per il fatto che è nato a Chicago e, quindi, Joevito che divenne anche il suo nome d’arte.

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  • Giorni or sono il mio caro amico Leoluca Cascio, m’ha invitato a fargli compagnia per andare a trovare un suo amico a Sambuca di Sicilia. Ho accettato volentieri, anche perché era da un bel po’ di tempo che non ci andavo e l’ho trovata ancora più bella dell’ultima volta che ho avuto occasione di visitarla.

    Con la sua magnificente cattedrale, il quartiere saraceno ancora intatto e le cave sotterranee tornate di recente alla luce, non a torto nell’anno 2016 si è aggiudicato il titolo di “Borgo dei Borghi” nel seguitissimo programma televisivo targato RAI 3 “Alle falde del Kilimangiaro”.

    Dopo aver consumato un dolce del luogo, “li minni di li virgini”, abbiamo raggiunto lo studio dell’amico di Leoluca, sito in una stretta e pittoresca via di Sambuca. Saliti al primo piano, siamo entrati direttamente all’interno dello studio. Qui, la prima cosa che mi è saltata agli occhi è stata una collezione, credo completa, dei fumetti di “Zagor”.

    Mi emozionai, poiché mi tornarono alla mente le tante ore trascorse a rivivere, fantasticando, le avventure di colui ch’era stato uno dei miei eroi preferiti. Presentatomi al padrone di casa, gli resi noto il fatto che anch’io ero stato un estimatore del personaggio “Zagor”.

    Mai avrei potuto pensare di trovarmi di fronte a uno dei suoi più bravi disegnatori, Joevito Nuccio. Ho voluto sapere la sua storia e m’ha informato di aver conseguito il diploma d’Arte nell’anno 1989. Fu, poi, nell’anno 1997 che, dopo avere frequentato un corso sul fumetto organizzato dall’“Opera Universitaria di Palermo”, maturò l'idea di tentare di realizzare un suo sogno di bambino: disegnare “Zagor”.

    Conseguita nell’anno 1999 la Laurea in Architettura, nel 2002 contattò Moreno Burattini, della “Sergio Bonelli Editore”, al quale sottopose alcune tavole di prova per “Zagor”. Fu così che, tre anni dopo, entrò a far parte dello staff di disegnatori dello “Spirito con la Scure”.

    Nuccio vanta tutta una serie d’illustrazioni in bianco e nero e a colori realizzate in occasioni speciali come l’uscita del n. 500 (marzo 2007) o il cinquantennale di “Zagor” (giugno 2011), utilizzate per poster, manifesti, locandine, copertine d’albetti e saggi celebrativi. Ho chiesto a Joevito se fosse d’accordo per organizzare a Castelvetrano una mostra che esponga alcune sue tavole con i disegni originali di “Zagor” e mi ha risposto che ne sarebbe onorato.

    Spero di trovare uno sponsor per realizzare una bella manifestazione, poiché Castelvetrano necessita più che mai d’eventi culturali che possano dare una scossa emotiva allo spirito sopito dei miei concittadini.

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