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Il fanatismo islamico e la (strana) politica dell'occidente

di: Vito Marino - del 2015-12-20

Immagine articolo: Il fanatismo islamico e la (strana) politica dell'occidente

(ph. Agensir.it)

Premetto che ogni protesta popolare deve essere svolta nelle dovute regole democratiche esulando da ogni forma di fanatismo, terrorismo e violenze varie, specialmente se rivolte a danno dei cittadini inermi. Mi riferisco alle stragi commesse  in Francia in questi ultimi anni dai talebani o ISIS o oltranzisti islamici, o terroristi che dir si voglia, considerati giustamente da noi occidentali,  poco civili e inumani.

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  • - Nel novembre del 2011 la sede di Charlie Hebdo, un settimanale satirico francese fondato negli anni Settanta a Parigi, di orientamento libertario e di sinistra  era stata distrutta da una bomba molotov, dopo che la redazione aveva annunciato la nomina simbolica di Maometto come direttore del numero successivo.  

    -Il 7 gennaio 2015, presso  la stessa sede della redazione del giornale Charlie Hebdo, 12 persone sono state uccise da fanatici islamici.    

    - Il 14 novembre 2015 un ultimo attentato a Parigi: 132 persone morte e 200 i feriti. In 7 compiono il massacro. Sono seguiti altri attentati, altri sono stati scoperti in tempo, altri ancora ne avverranno.  

    Le cause dei primi due attentati sono da attribuirsi alla satira che il giornale insistentemente faceva nei confronti della religione islamica. Su questo argomento mi sorge spontanea questa considerazione: Tutti i popoli della terra sono creature di quel Dio, che fa sorgere il sole, indistintamente sopra tutte le sue creature.

    Penso che siamo tutti cittadini del mondo, viviamo sotto lo stesso cielo, figli d’Adamo ed Eva, sangue dello stesso sangue; Cristiani, Ebrei e Musulmani, pur con profonde diversità, adorano lo stesso Dio di Abramo, eppure… Eppure, odi razziali, incomprensioni religiose e, principalmente interessi economici dividono questi fratelli portandoli a guerre sanguinose.  

    L’islam è una grande religione monoteista professata dal Mediterraneo all’Estremo Oriente. I regolamenti del corano, simili alla Bibia, sono allo stesso tempo le leggi ufficiali dello Stato. Purtroppo, l’interpretazione e l’applicazione di queste leggi si trovano in mano a degli oltranzisti fanatici che, tramite il terrorismo, hanno provocato morte e distruzioni anche fra la loro stessa popolazione.  

    Non dobbiamo meravigliarci più di tanto, perché anche in Italia, nel Medio Evo, c’era un’atmosfera simile, con prevalenza delle norme religiose su quelle civili; vedi la Santa inquisizione, le crociate contro gli infedeli, i poteri temporali dei papi, il numero elevatissimo di preti e monaci presenti allora, la conquista sanguinosa dell’America in nome di Cristo.

    Eppure, Gesù Cristo predicò la fratellanza, l’amore verso il prossimo, il perdono e la pace!  Noi Cristiani facciamo satira anche sul nostro papa, senza creare eccessive controversie; conoscendo il fanatismo islamico, il giornale Charlie Hebdo ha sbagliato di grosso nel fare satira sulla loro religione; fu una vere istigazione a reagire, e la reazione è arrivata subito.    

    Per quanto riguarda la strage del 14 novembre le cause sono più profonde e ben diverse. Secondo un comunicato diffuso dalla rivista “Dabiq France”, vicina allo Stato Islamico, la causa è da addebitare alla Francia stessa che, “con gli aerei mandati in Siria si è macchiata di gravissime colpe, uccidendo civili e bambini”.

    In tutto il mondo occidentale come segno di solidarietà si è cantata la Marsigliese e si è rispettato un minuto di silenzio. Un’azione fuor di dubbio encomiabile.

    Ma per le migliaia di vittime, anch’esse innocenti,  provocate dalle bombe francesi e degli alleati e per i profughi morti annegati, per scappare alle guerre, quanti minuti di silenzio dovremmo rispettare? Quanti inni dovremmo cantare? Chi finanzia l’ISIS? Chi vende armi al Califfato? E’ mai possibile che tutto il mondo arabo sia diventato pazzo? Perché i nostri governanti non ci dicono la verità?  

    Insomma,il fanatismo Islamico è anche il prodotto del nuovo colonialismo; infatti, l’Occidente fra il 1885 e il 1914 abusando della sua potenza economica e militare ha occupato molte aree del globo ancora depresse e primitive; è stato il periodo storico del colonialismo Con l’evolversi degli eventi storici, il colonialismo ufficialmente  scomparve.  

    Questo stato di cose non ha fermato gli interessi degli stati capitalisti prepotenti, che hanno inventato nuovi sistemi coloniali più democratici, meno in vista, ma lo stesso redditizi e più confacenti ai tempi in cui viviamo. Così, numerosi imprenditori dei paesi occidentali hanno realizzato numerose nuove imprese presso  il così detto terzo mondo, destinate principalmente allo sfruttamento del petrolio e altri minerali.  

    Quando un grave evento minaccia queste imprese, gli stati dominanti, approfittando del momento di panico, sono intervenuti, “democraticamente” con l’uso delle “bombe intelligenti”, giustificando l’intervento con frasi convenzionali, come “ per ristabilire la pace”  o “per proteggere la popolazione civile” o “per aiuti umanitari”, “lotta al terrorismo” o “per portare la democrazia”.  Così sono stati detronizzati e uccisi Saddam e Gheddafi, perché hanno osato ribellarsi. L’Italia, che si professa contro la guerra, ci mette pure il suo zampino; nel solo bilancio 2010 ha speso un miliardo e mezzo d’euro con 7.300 militari impegnati, per le “missioni di pace all’estero”.  

    Oggi questi popoli vogliono allontanarsi dalle ingerenze straniere e, sfruttando il fanatismo islamico vorrebbero realizzare “la guerra santa”, un fronte unico dei paesi arabi contro l’occidente. Parigi piange gli innocenti morti e grida vendetta, coinvolgendo altre nazioni. Sono momenti dove la rabbia vince la ragione ma, reagire agli attentati con una guerra fra paesi occidentali e paesi arabi sarebbe un ulteriore errore, con altro eccidio d’innocenti.

    Onde evitare la III Guerra Mondiale bisogna trovare una soluzione, che potrebbe esse quella di bloccare la vendita di armi e, principalmente contenere l’acquisto di petrolio, intensificando lo sfruttamento delle energie alternative rinnovabili. 

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    Effeviauto 6 gennaio 2025