Una vita tra violoncello, musica e concerti. Intervista al menfitano Mauro Cottone
di: Daniela Palminteri - del 2018-09-21
Oggi abbiamo il piacere di parlarvi di Mauro Cottone, classe 1967, violoncellista menfitano che lo scorso 9 settembre è stato selezionato per prendere parte ai "100 Cellos", un' orchestra di soli violoncelli che si è esibita al Teatro Verdura di Palermo e in occasione della quale ha ottenuto il Premio "Inventiva e Creatività", assegnato dagli organizzatori dell'evento in collaborazione con la SIAE e la Società Italiana del Violoncello e che segna ancora una volta il riconoscimento del suo talento.
Le note musicali sono da sempre la sua passione, infatti fin da giovanissimo ha iniziato a respira aria di musica grazie al padre.
Una volta diciottenne, la decisione di intraprendere lo studio del violoncello, diplomandosi poi al Conservatorio "A. Scontrino" di Trapani. Da quel momento comincia la sua carriera, sempre in ascesa, nel mondo della musica.
Per i lettori di Cnews vi proponiamo un'intervista per conoscerlo meglio.
100 Cellos: Di cosa si tratta esattamente?
"Noi le chiamiamo Reunion, sono appunto incontri di tre giorni in diverse città d'Italia e d'Europa, il cui scopo di fondo è quello di creare interesse attorno a questo meraviglioso strumento. Il collante di tutto è Giovanni Sollima e il motore Enrico Melozzi (Melox), entrambi violoncellisti e compositori, in grado di arrangiare per questa enorme formazione orchestrale, formata da soli violoncelli, brani d'ogni genere: classico, pop, rock, metal etc.... "
Che clima si respirava dentro il teatro durante questi giorni e quali sensazioni si provano?
"Il tutto è veramente eccitante, super stimolante e anche se faticoso dover montare un repertorio di 20 brani in tre prove, non si vede l'ora di finire di mangiare per tornare a suonare. All'esterno dal luogo delle prove si danno vita ai flash mob nei luoghi più suggestivi delle città che ci ospitano. Insomma ci si sente vivi e felici. "
Come avviene la scelta del repertorio da suonare?
"Il repertorio viene scelto da Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi, fondatori dei 100 cellos, e spazia dal 1600 ai nostri giorni, includendo brani originali tra l'altro scritti appositamente per la nostra orchestra".
Quali sono state le tappe principali della Sua formazione musicale e quali sono i compositori che sente maggiormente nelle sue corde?
"Ho iniziato gli studi con mio padre che era un flautista di fama, era stato scelto da Nino Rota per la colonna sonora del film Il Gattopardo di Luchino Visconti. Solo però in età avanzata (18 anni) ho intrapreso lo studio del violoncello sotto la guida del maestro Pusateri e poi dopo poco tempo con il maestro Sollima, con il quale ho conseguito il diploma. Successivamente avendo avuto delle collaborazioni con gruppi di world music e jazz, ho sentito l'esigenza di approfondire lo studio in questo settore conseguendo nel 2013 la laurea di 2º livello in Discipline Musicali jazz. Per via di questa vasta formazione musicale e di esperienze vissute i compositori che seguo appartengono a generi diversi, mi sento di fare 2 nomi su tutti: J.S.Bach e John Coltrane".
Come descriverebbe gli inizi della Sua carriera e cosa l’ha portata a intraprenderla?
"L'ambiente è fondamentale per la crescita dell'individuo in qualsiasi ambito si operi, ed io grazie a mio papà, che dirigeva bande e cori, suonava il flauto in giro ed aveva anche aperto un negozio di strumenti musicali, certamente di stimoli ne ho avuti . La molla scatenante è venuta però dal papà di un ragazzo che veniva a lezione di flauto da mio padre, il quale, vedendomi suonare in negozio praticamente tutti gli strumenti, mi convinse a studiarne seriamente uno e così iniziai".
I ricordi piu cari e i momenti che Le danno maggiore soddisfazione?
"Porto nel mio cuore sempre il ricordo neanche a dirlo di mio padre e non ho smesso di amare il mio insegnante Giovanni Sollima con il quale continua un bellissimo rapporto. La soddisfazione maggiore l'ho avuta proprio durante questa Reunion dei cento celli a Palermo, quando ho ricevuto, durante il concerto conclusivo al teatro di Verdura e davanti a migliaia di persone e violoncellisti, il Premio "Inventiva e Creatività" che i 100 Cellos in collaborazione con la SIAE e la Società Italiana del violoncello assegnano ogni anno ad un componente dell'orchestra. Questa è stata una bella soddisfazione".
Se dovesse scegliere degli aggettivi per descrivere il suo modo di suonare, quali le verrebbero in mente?
"Libero, creativo e Rock. Adoro il graffio e la dolcezza di una carezza. Dalle sue esibizioni è possibile notare l'energia e la passione che riversa sul suo strumento".
Essendo anche un insegnante di musica, com'è il suo approccio didattico nei confronti di chi si avvicina per la prima volta al violoncello e in che modo cerca di trasmettere questa passione ai suoi allievi?
"L'amore per il proprio lavoro è il messaggio più diretto e duraturo che si può far passare ai propri alunni. Non sono una persona di molte parole e non amo usare i soliti metodi, preferisco suonare con gli allievi e sistemato l'aspetto tecnico poi va solo assecondato il loro gusto musicale e per il prosieguo degli studi si parte proprio da quello".
Che consiglio vuole dare ai giovani che decidono di intraprendere questo percorso?
"Di immergersi nel mondo del proprio strumento, cercare link di esecutori, ascoltare e documentarsi, ma soprattutto suonare sempre! Non deve calare il sole se non si è suonato almeno un'ora. Se piace questo tutto questo deve piacere sul serio, non prendersi in giro e soprattutto valutare se questo è davvero ciò che si vuol fare nella vita"