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La "fiuredda" e “lu cavigghiuni” tra devozione, credenze e tradizioni

di: Solidea Guzzo - del 2017-11-07

Immagine articolo: La "fiuredda" e “lu cavigghiuni” tra devozione, credenze e tradizioni

La Sicilia è ricca di tradizioni popolari legati ad eventi, leggende e festività, ne è testimonianza il Corpus di Musiche Popolari di Alberto Favara. La raccolta di Musiche ad opera dell'etnomusicologo ha il merito di aver definito l’esistenza delle musiche tradizionali, tramandandole ai posteri, insieme a eventi e credenze tipiche della Sicilia di ogni singolo paese e contrada.

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  • Nel Favara, però, non sono riportate le tradizioni natalizie partannesi. A Partanna, un paese di 11.000 abitanti in provincia di Trapani, a pochi km da Selinunte, esiste una tradizione popolare, che si trasmette presumibilmente dal 1600 circa, chiamata “Fiuredda”.

    La Fiuredda non è altro che un altarino allestito dal devoto, nove giorni prima di Natale, esattamente dal sedici dicembre al ventiquattro. In passato, l'altarino veniva preparato con una corona di alloro, edera e rami di ulivo.

    Veniva posizionato davanti casa appeso al “cavigghiuni” (un paletto di legno conficcato nel muro dove i contadini legavano l'asino o il mulo) e all'interno mettevano delle immagini raffiguranti la Sacra Famiglia. Per ognuno dei suddetti nove giorni antecedenti al Natale (noti come “Novena”) i musicanti si fermavano davanti l’altarino e suonavano la Litania, una composizione formata da nove parti diverse l'una dall'altra, una, appunto, per ogni giorno della Novena.

    La Litania, che si tramandava oralmente era formata da musiche con ritmi diversi: 34, 44, 68, e 24. I musicanti con particolare bravura eseguivano tutti i brani davanti l'altarino. Un bambino cantante, eseguiva alcuni passi della natività. Purtroppo, non sempre la bravura dei musicanti era all'altezza delle difficoltà tecniche della Litania, infatti, già nei primi anni del ‘900 alcune parti non sono state più eseguite, ed essendo soggette a trasmissione orale sono andate definitivamente perdute.

    Oggi sono pervenute solo quattro parti della Litania partannese grazie a valenti musicanti. La formazione musicale era così composta: clarinetto, tromba, corno francese o flicorno in mib, trombone tenore e basso tuba. Dopo la seconda guerra mondiale, molte cose sono cambiate in particolare il materiale utilizzato per l'allestimento dell'altarino: cassetta di frutta (quelle di legno) come contenitore dove all'interno viene messa della carta stagnola e un foglio di carta stellata, sempre adornate di tralci di alloro ed edera. Spesso, al posto della raffigurazione della Sacra Famiglia si comincia ad usare l'immagine fotografica di S. Giuseppe con il bambin Gesù in braccio.

    Dopo il sisma del 1968, nel territorio partannese sono state allestite delle baraccopoli incrementando così il numero delle "Fiuredde", probabilmente per ringraziare il cielo per lo scampato pericolo del terremoto. Nasce così l'esigenza di più formazioni musicali. Negli anni ‘80, i giovani musicanti oltre alla Litania cominciano ad eseguire altri brani come: “Tu scendi dalle stelle”, “Bianco Natale” e “Jingle bells”.

    Oggi, anche se sono state inserite musiche e strumenti più moderni come il sax, la Litania ha conservato le quattro parti rimaste.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025