Folla e commozione per l'ultimo saluto a Vincenzo. I compagni: "Sarai sempre in mezzo a noi"
del 2015-09-21
Si sono tenuti, oggi alle 15,30, i funerali del diciasettenne scomparso, Vincenzo Viviano, vittima del tragico incidente avvenuto tra venerdì e sabato notte. Grande, la partecipazione della comunità partannese al lutto cittadino. Gremita la chiesa, che ha accolto un corteo organizzato dai compagni di classe di Vincenzo, e da tutta la scolaresca dell’Istituto d’istruzione secondaria superiore “Francesco D’Aguirre” di Partanna.
Molti gli striscioni riportanti frasi di canzoni, ricordi, parole di saluto. Il feretro è stato portato in spalla dai compagni di classe.
Presente una fiumana di giovani di tutte le età, seduti a terra, intorno al ragazzo. La messa, concelebrata da don Mario Giammarinaro, l’arciprete Pino Biondo e padre Mauro, nella chiesa S. Biagio, ha avuto un carattere intimo.
Il compagno di scuola, che aveva festeggiava il compleanno quella sera, ha letto la prima lettura. “Gioie intraviste, appena assaporate e subito perdute” dice don Pino Biondo durante l’omelia.
Il sindaco, Nicola Catania, prende la parola per porgere il suo cordoglio, e come padre lancia un appello duro, ma doveroso: “questa tragedia diventi monito per tutti i giovani, che imparino che gli estremi portano a superare dei limiti, che non si possono recuperare”.
Ha preso la parola anche l’altro ragazzo coinvolto nell’incidente, Gaetano Tigri, che si trovava, come già noto, alla guida col foglio rosa. Il ragazzo, con collare ortopedico e una medicazione alla testa, ha parlato di irresponsabilità e di momenti: “una frazione di secondo ci ha distrutto la vita” e ora Vincenzo non c’è più.
Avrebbe voluto esserci lui dentro quella bara. Ed infine, anche la mamma di Vincenzo ha preso la parola. Ha ringraziato tutti, e ha raccontato come una mattina alle 6,00, dopo aver sentito il citofono suonare, ha notato il letto di suo figlio vuoto. Il maresciallo Proietti le faceva delle domande. Le chiedeva dov’era il figlio.
Ma, intuì subito cosa era successo. E con un coraggio disperato, ha chiesto se suo figlio era morto, ricevendo un assenzio tragico, crudele, doloroso da sopportare. All’uscita dalla chiesa, palloncini bianchi e azzurri hanno volato alto in cielo. Il feretro di Vincenzo, sempre a spalla, è stato portato a scuola.
L’istituto si trova proprio a fianco della chiesa, e qui, era posta una sua gigantografia sull’aula magna. E’ suonata l’ultima campanella a scuola per Vincenzo.
La preside, Accardo, ha dichiarato che il campetto di una sede della scuola, in Partanna, sarà intitolato al povero ragazzo, che tutta Partanna oggi piange.